Violenze negli asili irlandesi
Non ho fatto in tempo ad aprire un blog titolato “irlandesi brava gente”, che le cronache sono dominate dalle violenze negli asili.
Martedì 28 maggio la RTÉ, la televisione pubblica irlandese, ha trasmesso in prima serata un’inchiesta giornalistica svoltasi in alcuni asili. Una giornalista si è finta educatrice ed ha lavorato in alcuni asili di Dublino, filmando tutto con una telecamera nascosta. La foto che accompagna il pezzo mostra un fermo immagine dell’inchiesta.
Quello che ne esce ha colpito profondamente l’opinione pubblica. Si vedono bambini strattonati con violenza, costretti per punizione a stare seduti per ore davanti a un tavolo vuoto, anche quando la loro colonna vertebrale non è ancora forte perché sono troppo piccoli. Si vedono alcune educatrici gettarli su dei materassi strattonandoli e gettandogli delle coperta addosso per farli dormire, altre che li nutrono a forza mentre piangono oppure che strappano loro di mano l’orsacchiotto preferito. Alcuni bambini sono talmente impauriti che non riescono neppure a piangere.
Parentesi sugli asili. In Irlanda non c’è la differenza italiana fra asilo nido e scuola materna. Esiste un unico istituto (crèche) nel quale i bambini vanno dai sei mesi di età al momento di andare a scuola; cosa che avviene prima rispetto all’Italia. Se un bambino ha 4 anni e sei mesi entro pochi mesi dal 1 settembre, viene ammesso in quasi tutte le scuole.
Gli asili sono una delle principali voci di spesa delle famiglie irlandesi con figli piccoli. Le crèche pubbliche di fatto non esistono e il tempo pieno per un bambino in una privata costa poco meno di 1000 euro al mese (il part time circa la metà).
Facile immaginare come ha reagito alla trasmissione chi fa sacrifici importanti per mandare i figli in questi istituti, pagando rette salate, per poi scoprire questi abusi (Giraffe, uno degli istituti filmati dalla giornalista, è una catena fra le più care della città).
Il ministro per i bambini (proprio così, ce ne è uno apposta) Frances Fitzgerald è stata ospite a una trasmissione mattutina della RTÉ dicendo che il filmato era “profondamente sconvolgente, inaccettabile e che non poteva continuare”.
Ecco una cosa secondo me ben diversa dall’Italia: i due principali partiti di opposizione si sono impegnati a lavorare col governo per accelerare l’approvazione due progetti di legge, anche se hanno discusso l’efficacia dei controlli.
Damiano Vezzosi