Vienna, qualità della vita e corruzione
Due notizie contrastanti dominano i giornali locali in questi giorni. Da un lato l’ennesima conferma di Vienna come la città con la miglior qualità di vita, dall’altro un’ulteriore discesa dell’Austria nella classifica dei paesi più corrotti.
Partiamo con la perfetta qualità di vita. Secondo lo studio di Mercer per il 2012, Vienna è considerata per la quarta volta consecutiva la miglior città al mondo. Determinanti sono stati fattori quali le numerose offerte culturali, il sistema sanitario, le aree verdi, il basso tasso di criminalità ed una certa stabilità del mercato immobiliare. In graduatoria, tra le prime dieci, seguono anche altre città europee di nazioni confinanti, quali la Svizzera (Zurigo, Ginevra e Berna) e la Germania (Monaco, Düsseldorf e Francoforte). Se consideriamo separatamente la qualità delle infrastrutture, Vienna è, però, solamente sedicesima per acqua, luce, poste e trasporto pubblico, persino dietro Monaco di Baviera e Francoforte.
Per ogni buona notizia ce n’è una meno felice. Secondo Trasparency International nessuna nazione è immune dalla corruzione. Per quanto riguarda i paesi europei, al primo posto troviamo la Grecia, l’Austria è al 25° posto, a pari merito con l’Irlanda, ma negli ultimi anni è precipita dal decimo al sedicesimo posto ed ora ancora più giù, superata dalla Germania (13°) e da Danimarca e Finlandia (prime a pari merito). L’Italia è 72esima, come la Bosnia-Erzegovina, terzo paese europeo dal basso, magra consolazione. L’indice, che valuta quanto sia corrotta la pubblica amministrazione di un Paese basandosi su studi di organismi indipendenti, purtroppo la si limita a considerare puramente quanto la magistratura ed i media siano efficaci nel rivelate la corruzione.
Allo stesso tempo è comparso uno studio sull’andamento degli scioperi in Austria dopo la II Guerra Mondiale. La storia si riassume facilmente: gli Austriaci non hanno alcuna “cultura dello sciopero”. Si ricorda un solo anno nero, il 2003. Ciò significa che i dissidi vengono risolti al tavolo delle trattative, senza rendere necessario una protesta così plateale. È sufficiente la minaccia di un’interruzione del servizio per far arrivare rapidamente ad una soluzione di compromesso.
Credo che questo amore per l’accomodamento pacifico sia compatibile sia con la classifica della qualità della vita a Vienna sia con il peggioramento della diffusione della corruzione. Nel primo caso perché i servizi non sono mai interrotti da scioperi, così come il centro storico è raramente teatro di manifestazioni, sempre pacifiche e con pochi partecipanti, nel secondo perché anche nelle questioni sociali la contrattazione è preferita alla chiara presa di posizione.
Lidia Pittarello
Fonti:
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