Viaggi, in Sudtirolo "vietato risparmiare" per gli italiani
Alcuni resort nelle principali località balneari del mondo, dal Sud Italia alle Maldive, rifiutano i turisti italiani. L’allarme “discriminazione” nei confronti dei propri clienti è partito alcuni mesi fa dalle circa 50 agenzie viaggi di tutto l’Alto Adige. Motivo: una quindicina di strutture turistiche di tutto il mondo ha iniziato a rifiutare le prenotazioni, effettuate dai clienti italiani di tour operator tedeschi, effettuate tramite agenzie di viaggi con sede in Alto Adige. Il problema è già stato al centro di diverse sedute dell’ “Associazione delle agenzie di viaggio altoatesine” presieduto da Martin Pichler, titolare dell’agenzia viaggi di via Piave a Bolzano. Ma la soluzione sembra ancora lontana. “Si tratta di un problema che stiamo sentendo di più ogni mese che passa, dal momento che la “lista nera” dei resort off limits ai clienti italiani sta cominciando ad allungarsi” spiega Pichler.
Ma perché le agenzie altoatesine acquistano i pacchetti dai tour operator tedeschi? Il motivo è presto detto raffrontando i prezzi di una stessa vacanza. Otto giorni alle Maldive nel mese di marzo, con soggiorno acquistato da un tour operator tedesco e volo di linea con partenza da Monaco di Baviera costa 1.990 euro a persona. Il prezzo però lievita di 1.170 euro se lo stesso pacchetto viene acquistato da un tour operator italiano. In questo caso trascorrere sette notti alle Maldive dopo averle raggiunte con un volo charter dall’Italia costa 3.120 euro a persona. Nell’attesa di risolvere questo stato di cose si stanno tuttavia creando situazioni al limite del paradossale. Con agenzie che, per far risparmiare i propri clienti, dovrebbero vendere i pacchetti vacanza per l’Italia acquistandoli da tour operator tedeschi. Con agenzie che preferiscono sborsare di tasca propria la differenza pur di permettere al cliente di andare ugualmente nel resort desiderato, anche se questo rifiuterebbe le prenotazioni di clienti italiani. Con vere e proprie “liste nere” dei resort da non vendere a turisti italiani, che i tour operator tedeschi come Neckermann, Thomas Cook, Tui, Fti Reisen e Dertour stanno iniziando a far girare fra le agenzie altoatesine per evitare spiacevoli e imbarazzanti discussioni con i gestori delle strutture.
“Nell’ultimo anno abbiamo avuto problemi con almeno una decina di nostri clienti, ma il problema si ingigantisce col tempo, perché la richiesta continua ad esserci, anche considerato che una famiglia (due adulti e due bambini) può arrivare a risparmiare fino a 4.000 euro per una vacanza di due settimane acquistando con un operatore tedesco piuttosto che con l’italiano” spiega Pichler. Il presidente del “Associazione delle agenzie di viaggio altoatesine” spiega che “la cosa veramente assurda è una chiusura del genere in un’Europa che tutti consideriamo ormai senza confini. E’ vero che nel contesto europeo la Germania ha un potere contrattuale superiore all’Italia – precisa Pichler - sia per il numero di clienti che porta alle strutture turistiche, sia per il tasso di frequentazione delle località di villeggiatura, alle quali dai clienti tedeschi viene garantita maggiore continuità nel corso dell’anno al contrario di quanto accade per gli italiani che viaggiano principalmente d’estate. Ma ciò non giustifica una disparità di trattamento così macroscopica”.
Di tutta questa situazione sono le agenzie di viaggi a rimetterci. “Ci è già capitato più volte di dover pagare la differenza fra il pacchetto tedesco e quello italiano, pur di permettere al cliente di andare nel resort desiderato” spiega il titolare dell’agenzia viaggi Koessler. “E la cosa più assurda è che questo tipo di discriminazione nei confronti degli italiani avviene nei resort gestiti da soggetti italiani” spiega Peter Koessler. Un esempio per tutti, la Eden Viaggi per la Sicilia. Il soggetto ha in gestione esclusiva una struttura che viene venduta per la maggior parte a tour operator italiani. Solo una parte delle camere viene venduta poi a tour operator tedeschi, che pagano meno la prenotazione. Il risultato è che se un’agenzia (italiana) vuole vendere una vacanza in Sicilia al proprio cliente (italiano) con un prezzo vantaggioso ha una sola scelta: prenotare con un tour operator tedesco. Senza fornire i dati del passaporto, ovviamente, per non vedersi negare la richiesta in partenza.
Silvia Fabbi