Vi siete mai sentiti dall’altra parte? (la perfezione fuori dall’Italia non c’è)
Dalla parte di chi non capisce una sola parola di quello che gli sta intorno, dalla parte di chi non capisce che cazzo sta mangiando, dalla parte di chi non sa mai il nome della strada dove sta camminando… dalla parte di chi non è a casa propria e deve anche ringraziare per questo.
Per favore non venite a raccontarmi che è tutto bello e tutto più semplice fuori dall’Italia. Semplicemente non è vero!E’ tutto più facile dove conosci le persone, dove hai gli amici, dove hai la famiglia dove hai i tuoi affetti, è tutto più semplice quando le strade che percorri conoscono la tua storia e tu la loro. E’ molto più semplice quando puoi apprezzare una battuta, ridere di un doppio senso e continuare con un altro gioco. Forse la prossima volta che vedrò una persona non parlare italiano anche dopo anni che vive in Italia, non mi stupirò più poi così tanto. Forse la sua lingua è veramente diversa dalla nostra, forse il contatto con gli italiani non è così scontato come sembra, forse non è nemmeno semplice trovare delle classi di italiano!Nella fredda e ridente Svezia non tutto brilla come la neve al sole.
Gli unici corsi di svedese, o sono all’università – ma io non studio all’università – o sono quelli per richiedenti asilo, che sono solo la mattina – ma io per la prima volta nella mia vita, e ancora per poco, la mattina lavoro. Quindi per ora continuerò a camminare un po’ spaesata cercando disperatamente persone che parlano inglese – praticamente tutti ! Continuerò ad avere problemi nel fare la spesa – purtroppo le uniche traduzioni sulle scatole dei prodotti nei supermercati sono in norvegese e finlandese! Continuerò a non avere idea del nome delle strade dove sto camminando– perché per me troppe consonanti una dietro l’altra sono praticamente impossibili da leggere!Non sopporto quei siti o quei blog dove raccontano che basta uscire dall’Italia per trovare la perfezione. I treni arrivano in orario, la corruzione non esiste e il capo del governo non fa i festini e viene anche eletto regolarmente con elezioni democratiche.
Sicuramente le cose funzionano diversamente… e magari anche meglio.Mi sembra, però, che gli italiani all’estero oscillino tra l’essere nostalgici o essere iper-critici, in verità entrambe le posizioni nascondono un po’ di senso di lontananza. Per quei piccoli momenti che ti sanno di casa: quando si mette la tovaglia di stoffa a quadretti sul tavolo – la mia sempre macchiata – e non le tovagliette di plastica dell’Ikea. Quando ci aspetta per cominciare a mangiare e si riesce per tutto il pasto parlare di cosa si sta mangiando, come lo hai cucinato e cosa ti piace mangiare e come si cucina. E quando guardi fuori dalla finestra, non nevica ad aprile inoltrato. Ma, fino in fondo, noi non saremo mai dall’altra parte, perché la nostra pelle è bianca, perché alla fine l’inglese lo abbiamo imparato, perché un po’ di mondo lo abbiamo girato.Perché il sole, per noi, prima o poi arriva anche se a metà aprile ancora nevica…mentre ci sono popoli interi che non hanno mai saputo che cosa significa casa.
Vanessa