Un treno da Venezia dopo la mezzanotte: lettera a Zaia
Quindicimila adesioni in nove giorni per la campagna on line partita dal basso per ottenere treni notturni che colleghino il centro storico di Venezia con le città del Nord Est. Dopo il successo della pagina Facebook “Voglio un treno da Venezia dopo la mezzanotte”, il suo creatore Elio De Limone passa all’azione, come aveva promesso una volta raggiunti i 10 mila “mi piace”.
A nome dei 15 mila aderenti, De Limone ha scritto una lettera a Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Si chiede l’introduzione di una corsa a mezzanotte e mezza per Trieste, Milano, Trento e le città venete, e un altro treno in partenza all’una di notte in direzione di Udine, Verona e Bologna. Nel fine settimana la richiesta è di posticipare le ultime partenze all’una il venerdì e alle due il sabato. Riportiamo integralmente la lettera a Luca Zaia.
Egregio Presidente della Regione del Veneto,
“Voglio un treno da Venezia dopo la mezzanotte” è il titolo di una pagina Facebook che ha raccolto in pochi giorni oltre 15.000 adesioni, come forse già saprà, visti i rilanci spontanei dei quotidiani del nordest e TG Regione nei giorni scorsi.
L’adesione vasta e trasversale, per età e categoria, testimonia un disagio sentito e diffuso per l’inaccessibilità serale di Venezia, una delle città più note e visitate al mondo. Tra le 21:00 e le 23:00 (o anche prima per le linee secondarie) il capoluogo di Regione – che qualcuno si ostina a definire “città metropolitana” – cade in un anacronistico coprifuoco dei collegamenti ferroviari con l’entroterra. Che impressione ne trae, in termini di “marketing territoriale”, chiunque arrivi qui per turismo o per lavoro (in un aeroporto peraltro privo di binari), da una vera area metropolitana, dove i trasporti coprono a volte l’intera notte, sette giorni su sette?
L’iniziativa non ha intenti polemici o di parte ma esclusivamente propositivi, chiede sia ripristinato un servizio pubblico notturno almeno accettabile, che permetta di accedere a Venezia e ai suoi servizi culturali ma non solo e che consenta ai molti lavoratori turnisti, che staccano la sera, di rientrare in treno o con i mezzi pubblici, un disagio che ci hanno segnalato i molti costretti a muoversi in auto cercando parcheggi di fortuna.
Parliamo di Venezia perché capoluogo di Regione e perché meno accessibile in auto di altre città, ma il tema riguarda l’intera “area metropolitana” veneta, le linee principali e i capoluoghi di provincia, alcuni “dimenticati” come Belluno, ma anche molti grandi centri sulle linee secondarie: Bassano, Montebelluna, Schio, Chioggia, Vittorio Veneto…, zone dalle quali ci arrivano testimonianze di grave disagio.
Alle obiezioni circa lo scarso utilizzo dei mezzi notturni rispondiamo che questi, per essere usati, devono innanzitutto esistere e poi essere promossi efficacemente, cosa mai seriamente fatta in Italia, vittima di una storica scellerata politica a favore dell’automobile che ha devastato urbanisticamente il territorio rendendolo costosissimo da servire (siano treni, acquedotti, o fibre ottiche o semplice manutenzione stradale).Ci piacerebbe che lei, con l’energia di un nuovo forte mandato e nella prospettiva di un rilancio del tema della città metropolitana, sostenesse una sperimentazione di ripristino del servizio ferroviario notturno, con un’adeguata promozione e magari una correlata programmazione di eventi, spettacoli, aperture serali, coordinandosi con teatri, musei, centri culturali, ma anche con la ristorazione, proponendo per esempio sconti e buoni a chi si muove con i treni e i mezzi pubblici anziché in automobile.
Un’iniziativa da intendere come investimento (e non un mero costo aggiuntivo) a favore dei residenti, del turismo, degli operatori economici, in un’area territoriale che non può permettersi, anche economicamente oltre che per rispetto della propria storia, di non valorizzare il turismo culturale (ricordiamo che il solo museo del Louvre ha oggi il fatturato di tutti i musei italiani messi insieme, e non perché le opere lì esposte siano di maggior valore ma soltanto per carenza di organizzazione, gestione e promozione del nostro sistema museale).
Una simile offerta espanderebbe inoltre l’“effetto Venezia” su un territorio più ampio, mettendo in relazione virtuosa il capoluogo con il suo vasto entroterra. Oltre a rappresentare uno sforzo di innovazione (o meglio di ripristino di un livello di servizio minimo che un tempo esisteva), è una prospettiva coerente con le politiche in tema della sicurezza stradale di riduzione del numero auto circolanti sulle strade nelle ore notturne.
Ci sentiamo in dovere di riportare anche i moltissimi commenti di persone, gruppi e comuni impegnati a chiedere miglioramenti dell’orario cadenzato, alcuni con proposte approfondite e organiche come quella avanzata dal gruppo “Ferrovie a Nordest” (condivisa da molti comuni, tra i quali Venezia), rispetto ai quali ci auguriamo possa esservi in futuro maggiore condivisione, nell’interesse generale, perché sono l’espressione dei disagi quotidiani della cittadinanza. Molte le lamentele per disservizi: ritardi e soppressioni senza preavviso, presenza assillante di mendicanti a bordo su alcune linee, assenza di un treno per l’aeroporto, etc… Non tralasciamo anche la richiesta di un collegamento con Jesolo seppure, per costi e criticità, l’argomento meriterebbe più spazio e approfondimento.
Lo sforzo per l’orario cadenzato è per molti aspetti apprezzabile ma servono ancora molte energie, lavoro e ascolto per arrivare a un obbiettivo di vero coordinamento orario e tariffario tra tutti i mezzi e gestori di trasporto pubblico. La vicina Svizzera su questo ha esempi validissimi e si tratta di ristrutturazioni che riducono i costi, eliminano le duplicazioni, migliorano la copertura del territorio e quindi aumentano l’utenza.Non è questa la sede adatta a definire i nuovi orari ferroviari ma, ragionando su una sperimentazione nel capoluogo Venezia, sarebbero indispensabili un paio di partenze regionali/interregionali dopo la mezzanotte, in modo da servire anche i centri secondari e raddoppiare il servizio sulle tratte primarie:
h 00:30 per Trieste, Milano, Bologna, Trento, Conegliano/Belluno, Castelfranco/Montebelluna, Vicenza-Schio, Padova-Legnago;
h 01:00 per Udine, Verona, Bologna.
Alcuni commenti di lavoratori hanno evidenziato che gli ultimi treni attuali sono così anticipati che tra questi e i notturni ci sarebbe un “buco” orario troppo ampio e chiedono di posticipare/integrare le attuali ultime corse. Nel fine settimana, venerdì e sabato, sarebbe invece utile traslare le due ultime partenze rispettivamente alle ore 01:00 e 02:00, come accade in molte grandi città europee e nel mondo.
Per completezza lo stesso ragionamento andrebbe inoltre esteso agli altri capoluoghi regionali (Milano, Bologna, Udine/Trieste per citare quelli di diretto interesse), estendendo la mobilità serale a un territorio più vasto. Siamo certi che la Sua azione potrebbe essere molto efficace nel coinvolgere le Regioni vicine. Non dimentichiamo, infine, i gestori del trasporto su gomma, per un progetto coordinato a servizio anche delle mete significative ma sprovviste di ferrovia.
Insomma, il nuovo assessore regionale ai Trasporti avrebbe molto utile lavoro da fare, se vi sarà una volontà condivisa di compiere un ulteriore salto in avanti sui fronti della qualità organizzativo-gestionale e dell’incentivazione del servizio, alla luce delle carenze evidenziate dall’utenza.Questa è una lettera aperta, condivisa da oltre quindicimila utenti on-line. Siamo certi che una raccolta di firme davanti alle stazioni ferroviarie raggiungerebbe in breve tempo decine di migliaia di adesioni, ma confidiamo che la Regione Veneto sia già disponibile ad affrontare collaborativamente e propositivamente una questione sollevata da tanti cittadini al solo fine di contribuire insieme al miglioramento e al rinnovamento del trasporto pubblico.
Spettabile Presidente, attendiamo fiduciosi un Suo riscontro con la massima disponibilità al confronto e all’approfondimento del tema, nell’esclusivo interesse del miglioramento della qualità della vita nella nostra Regione e del rilancio della vitalità sociale e dell’offerta culturale e turistica del Veneto.
A nome mio e soprattutto delle migliaia di cittadini che sostengono questa richiesta, Le porgo i nostri più cordiali e fiduciosi saluti,
Vittorio Veneto, 15/06/2015,
Elio De Limone