La campagna pro Trump del 2020 in Homegrown, doc in concorso alla Settimana della Critica

C’è anche l’attualità più stretta, con la corsa elettorale negli Usa verso le presidenziali del 5 novembre, nella selezione della 39esima edizione della Settimana Internazionale della Critica, in programma dal 28 agosto al 7 settembre 2024 nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia. Homegrown di Michael Premo, uno dei 9 film in programma (7 in concorso e 2 fuori concorso) è un documentario che ci riporta infatti a 4 anni fa, all’infuocata campagna elettorale del 2020, seguendo tre attivisti di destra supporter di Donald Trump. Fino all’epilogo dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, una ferita ancora aperta nella democrazia Usa.

Sono 9 i film che compongono il programma della sezione autonoma e parallela della Mostra, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). «Alla soglia dei quarant’anni – dichiara Cristiana Paternò, presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – la Settimana Internazionale della Critica, ancora guidata dalla delegata generale Beatrice Fiorentino, affiancata da Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni, prosegue la sua ricerca che guarda al futuro del cinema e, dunque, della critica perché le due cose sono fortemente connesse, come non ci stanchiamo di ripetere. La 39. Settimana Internazionale della Critica offre un ventaglio di talenti inediti con sette opere prime da tutto il mondo, oltre alle due di apertura e chiusura e ai cortometraggi di SIC@SIC».

Aggiunge Beatrice Fiorentino, delegata generale della 39esima Settimana Internazionale della Critica: «Mentre osserviamo – senza pregiudizi, ma neppure disattenti – le nuove frontiere dell’immagine, anche quelle generate artificialmente dalle AI nelle sue prime convincenti applicazioni (a prescindere dall’inderogabile accordo sui principi etici e legislativi che ne dovranno disciplinare la produzione), ci confrontiamo con un presente schizofrenico, eppure a suo modo elettrizzante. Forse non necessariamente distruttivo, ma potenzialmente rigenerante, o rigenerativo, in ogni caso un’opportunità per ripensare, ancora, la storia e il futuro del cinema».

I film in programma

Sette sono i film in concorso: Aywhere Anytime di Milad Tangshir (Italia), Don’t Cry, Butterfly di Dương Diệu Linh (Vietnam, Singapore, Filippine, Indonesia), Homegrown di Michael Premo (Usa), No Sleep Till di Alexandra Simpson (Usa, Svizzera), Paul & Paulette Take a Bath di Jethro Massey (Regno Unito), Peacock di Bernhard Wenger (Austria, Germania) e Perfumed with Mint di Muhammed Hamdy (Egitto, Francia, Tunisia). Due i film fuori concorso: quello di apertura Planet B di Aude Léa Rapin (Francia, Belgio) e quello di chiusura Little Jaffna di Lawrence Valin (Francia).

A questi si aggiungono 10 cortometraggi della sezione SIC@SIC Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica, in collaborazione con Cinecittà. Sette i corti in concorso: At Least I Will Be 8 294 400 Pixel di Marco Talarico, Billi il cowboy di Fede Gianni, Nero argento di Francesco Manzato, Phantom di Gabriele Manzoni, Playing God di Matteo Burani, Sans dieu di Alessandro Rocca e Things that my Best Friend Lost di Marta Innocenti. Tre i corti fuori concorso: due in apertura, Dark Globe di Donato Sansone e The Eggregores’ Theory di Andrea Gatopoulos, e uno in chiusura, Domenica sera di Matteo Tortone.

Di seguito le schede dei lungometraggi.

Anywhere Anytime

Milad Tangshir
Italia 2024, finzione, 85’

SINOSSI
Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città per ritrovare la sua bici.

Milad Tangshir (1983) è nato a Teheran. Negli anni 2000 pubblica tre album con il gruppo rock iraniano Ahoora, per poi trasferirsi dal 2011 in Italia dove realizza cortometraggi e documentari selezionati, e spesso premiati, in festival italiani e internazionali, tra cui The Celebration, Displaced, 13 Seconds, Star Stuff. Nel 2019 presenta alla Mostra di Venezia il doc di realtà virtuale VR Free. Anywhere Anytime è il suo primo lungometraggio di finzione.

Don’t Cry, Butterfly

Dương Diệu Linh
Vietnam, Singapore, Filippine,
Indonesia 2024, finzione, 97’

SINOSSI
Tam lavora con solerzia in una location per matrimoni. Un giorno scopre il tradimento del marito in diretta TV e invece di affrontarlo decide di ingaggiare una potente esperta di rituali magici per riconquistare il suo amore. La figlia di Tam, Ha, riversa le sue frustrazioni sognando ad occhi aperti un luminoso futuro all’estero. Nel frattempo, un misterioso spirito della casa, visibile soltanto alle donne, si annida nelle crepe del soffitto.

Dương Diệu Linh (1990) è una regista vietnamita che mira a rappresentare in modo non convenzionale storie di donne di mezza età tristi, angosciate o assillanti. I suoi cortometraggi mescolano soggetti iperrealistici e una narrativa “slice of life” con elementi di quel realismo magico profondamente radicato nella mitologia e nelle superstizioni popolari del Sud-Est asiatico, e sono stati selezionati (vincendo diversi premi) in prestigiosi festival cinematografici internazionali. Linh ha preso parte al programma Berlinale Talents nel 2020, all’Asian Film Academy nel 2016, alla Locarno Summer Academy e alla Fantastic Film School di Bucheon nel 2015. Il suo lungometraggio di esordio Don’t Cry, Butterfly ha partecipato a Full Circle Lab, Less Is More, Attagirl, al Projects Hub di Locarno Open Doors e più recentemente all’Hong Kong – Asia Financing Forum, dove ha vinto i premi Wouter Barendrecht e Udine Focus Asia. Il film ha inoltre ottenuto finanziamenti dalla Singapore Film Commission, Purin Pictures e Visions Sud Est.

Homegrown

Michael Premo
Stati Uniti 2024, documentario, 109’

SINOSSI
Homegrown punta uno sguardo risoluto sull’America in guerra con se stessa. Tre attivisti di destra (un futuro padre recentemente politicizzato del New Jersey, un veterano dell’Air Force che organizza i conservatori nella città di New York e un carismatico attivista texano) attraversano il paese nell’estate del 2020, durante la campagna elettorale di Donald Trump, contribuendo alla nascita di un movimento che sperano possa sopravvivergli. Quando però si convincono che le elezioni siano state vittime di brogli elettorali, porteranno la loro battaglia nelle strade. Ne emerge il ritratto agghiacciante di un movimento in crescita, deciso a spingere la democrazia americana sull’orlo del baratro.

Michael Premo (1982) è un pluripremiato giornalista, regista e artista. È il produttore esecutivo di Storyline. La sua opera spazia tra cinema, radio, teatro, fotografia e installazioni artistiche. Tra le sue opere principali troviamo il cortometraggio Water Warriors, realizzato all’interno del programma POV della PBS, il documentario partecipato Sandy Storyline, la sceneggiatura teatrale Sanctuary scritta per il Working Theater, il progetto multimediale 28th Amendment: Housing is a Human Right e StoryCorps, programma radiofonico per l’emittente NPR. Ricordiamo fra i numerosi premi e riconoscimenti la borsa di studio “NBC News Studios Original Voices”, il premio Creative Capital e la nomina alla commissione di A Blade of Grass.

No Sleep Till

Alexandra Simpson
Stati Uniti, Svizzera 2024, finzione, 95’

SINOSSI
In una città costiera della Florida minacciata da un imminente uragano, la gente del posto si prepara all’evacuazione obbligatoria. Mentre gli ultimi turisti abbandonano la città e i residenti barricano le proprie case, alcuni scelgono di rimanere. Fra questi, due amici di vecchia data guidano senza meta, un adolescente pedala nella crescente oscurità della notte e un cacciatore di tempeste si prepara per quello che potrebbe rivelarsi il più grande inseguimento della sua vita. Come fantasmi che infestano la loro stessa città, si avventurano nella notte per affrontare la minaccia di un destino imminente.

Alexandra Simpson (1997) è una regista Franco-americana. Ha frequentato la Sorbona di Parigi e la Scuola superiore di Arte e Design (HEAD) di Ginevra. Fa parte del vivace collettivo statunitense Omnes Film, che nel 2024 ha esordito con ben due lungometraggi in occasione della Quinzaine des Cinéastes di Cannes. Simpson lavora inoltre come editor sia di lungometraggi sia di cortometraggi, fra cui ricordiamo Le Chant de l’Oiseau di Sarah Imsand, che ha debuttato al Festival di Cannes nel 2019.

Paul & Paulette Take a Bath

Jethro Massey
Regno Unito 2024, finzione, 109’

SINOSSI
Una pungente commedia su un giovane giornalista americano e una ragazza francese con il gusto del macabro. Dall’incontro casuale tra Paul e Paulette in un boulevard di Parigi nasce un’insolita amicizia che si sviluppa attorno a un tetro gioco: la messa in scena di cruenti crimini di epoche passate nei luoghi in cui sono avvenuti. Per Paul, il gioco è un modo per avvicinarsi a Paulette. Per Paulette è un tentativo di sfuggire alla dolorosa rottura con la sua ragazza e di elaborare i traumi ereditati dal passato. Mentre il morboso viaggio si avvicina a poco a poco ad un passato più recente diventa sempre più angosciante, fino a sfumare i confini tra realtà e fantasia, ma consentendo ai protagonisti di trovare una felicità inaspettata negli angoli più oscuri dell’umanità.

Jethro Massey (1978) è un regista anglo-francese. È attratto dalla liricità e dall’assurdo, e ama scavare nel passato per studiare il presente del mondo che lo circonda. Ha studiato russo, ha attraversato la Siberia in autostop, poi si è trasferito a Parigi dove ha intrapreso la sua carriera di regista: un viaggio che lo ha portato dal backstage del Bol’šoj alle case dei clown tribali della savana del Mali. I suoi cortometraggi hanno viaggiato nel circuito dei festival internazionali, raccogliendo lungo la strada alcune luccicanti statuette grazie alla loro estetica, originalità e tecnica narrativa.

Peacock

Bernhard Wenger
Austria, Germania 2024, finzione, 102’

SINOSSI
Matthias è un maestro nella sua professione. Avete bisogno di un “fidanzato colto” per far colpo sui vostri amici? Di un “figlio perfetto” per influenzare l’opinione che hanno di voi i vostri partner commerciali? O forse solo di un interlocutore per fare le prove di una conversazione difficile? Qualunque sia la vostra necessità, ingaggiate Matthias! Pur eccellendo ogni giorno nell’arte di fingersi qualcun altro, la sua vera sfida è essere se stesso.

Bernhard Wenger (1992) è un regista austriaco di base a Vienna, dove ha studiato regia presso la Filmakademie Wien. Ama lavorare con un umorismo sottile, bizzarro e decisamente visivo. I suoi cortometraggi Excuse Me, I’m Looking for the Ping-Pong Room e My Girlfriend hanno vinto più di quaranta premi, tra cui l’Austrian Film Award nel 2019, e sono stati selezionati in centoventi festival internazionali. Peacock è il suo primo lungometraggio, che ha sviluppato presso la Résidence du Festival di Cannes nel 2020.

Perfumed with Mint

Muhammed Hamdy
Egitto, Francia, Tunisia, 2024, finzione, 111’

SINOSSI
Bahaa, un medico dal cuore spezzato, e l’amico di vecchia data Mahdy cercano di sfuggire ai fantasmi del loro passato, entrando e uscendo da case infestate, braccati senza sosta da strane ombre.

Muhammed Hamdy (1984) è un regista e direttore della fotografia originario del Cairo. Come direttore della fotografia ha girato (e co-prodotto) il film candidato all’Oscar The Square, e in seguito We Are the Giant e Olmo e il gabbiano. Recentemente ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio, Perfumed with Mint.

Planet B

Aude Léa Rapin
Francia, Belgio 2024, finzione, 118

SINOSSI
Francia, 2039. Una notte, un gruppo di attivisti perseguitati dallo Stato scompare senza lasciare traccia. Julia Bombarth è una di loro. Al suo risveglio, si ritrova intrappolata in un mondo del tutto sconosciuto: il Pianeta B.

Aude Léa Rapin (1984) ha iniziato la sua carriera come fotografa e videomaker nei Balcani e in Africa. Profondamente segnata dai fantasmi della guerra nei Balcani, ha realizzato un trittico di documentari sull’argomento. Nel 2014 è passata alla finzione con tre cortometraggi che sono stati premiati in numerosi festival. Il suo primo lungometraggio, Heroes Don’t Die, è stato presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes nel 2019. Planet B è il suo secondo lungometraggio.

Little Jaffna

Lawrence Valin
Francia, 2024, finzione, 100’

SINOSSI
Il quartiere parigino di “Little Jaffna” è il cuore pulsante di una vivace comunità Tamil, dove Michael, un giovane agente di polizia, viene incaricato di infiltrarsi in un gruppo criminale noto per le estorsioni e il riciclaggio di denaro a beneficio dei ribelli separatisti dello Sri-Lanka. Tuttavia, facendosi strada nel cuore dell’organizzazione, la sua lealtà sarà messa a dura prova, in una caccia senza quartiere a una delle gang meno conosciute e più potenti della capitale.

Lawrence Valin (1989) è cresciuto a Parigi. Nel 2017 si è laureato presso la scuola di cinema La Fémis nell’ambito del programma La Résidence. Nel 2020 il suo mediometraggio The Loyal Man è stato selezionato per il Festival di Clermont- Ferrand, dove si è aggiudicato il premio per il miglior attore protagonista, e nel 2021 ha ottenuto la candidatura al Premio César per il miglior cortometraggio. Little Jaffna è il suo primo lungometraggio: presentato a Cannes nel 2023, ha vinto il Premio della Fondazione Gan e il Grand Prix du Scénario.

In copertina: un’immagine di Homegrown

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