Sciopero a Londra! Vecchi e statali
Dopo trent’anni di oppressione tirannica, il nuovo libero Egitto vota riguadagnando così pace e prosperità, per tutti democrazia e igiene dentale nei secoli dei secoli amen. A noi disgraziati britannici invece tocca lo sciopero generale del settore pubblico, in protesta ai nuovi tagli a stipendi e fondi pensione. ‘Tocca poi, magari toccasse: dice che i trasporti questo giro non sono parte dell’offerta e non avrò scuse per starmene a casa, scartata a priori l’opzione “capo, non sapevo fossimo un’azienda privata”.
Eccomi dunque di nuovo a parlare di due delle cose che più detesto al mondo: gli statali ed i vecchi, e non posso trovare simbolo migliore per le due odiate categorie del defunto Mr. Singh, nel cui stomaco sono stati ritrovati sei chilogrammi sei di monetine. Sembra che il fu poveraccio indiano da tempo lamentasse dolori alla base dello sterno e secondo chissà quale delle sue innumerevoli superstizioni pensasse non vi fosse cura migliore di un po’ di sano buon ferro, in un circolo vizioso di ignoranza. Magia d’oriente, pare la favola di un santone, una parabola d’infinita saggezza sul male, la cura, il paradosso del comportamento umano. Una storia che fa pensare, fa pensare: maledetti vecchiacci, sempre pronti a mangiar soldi! E lamentarsi.
E ancor più maledetti i futuri vecchiacci che mi lavorano per lo stato, con la loro supponente britannica educazione e disponibilità, arrogantemente puntuali e ligi alle regole fino al fastidio. Dove sono i burocrati tronfi e pigramente obesi, inefficienti e infastiditi che di diritto ci dovrebbero spettare come in ogni sacrosanta democrazia che si dica moderna? Dove sono i certificati, i bolli, i controbolli, i timbri, i sopratimbri, dov’è la disinformazione, il depistaggio delle infinite procedure legali? E la scorciatoia, la corruzione ad ogni livello, dove sono, eh? Voterebbero forse in Egitto, sapessero che a tal punto può arrivare un paese libero?
Ma hai ragione, scusa, non dovrei scaldarmi tanto, in fondo parlo solo per la mia piccola esperienza e non dovrei far di tutta l’erba un fascio. Forse ho solo avuto a che fare con le mele marce di un sistema altrimenti conforme agli standard kafkiani dell’immaginario collettivo, forse i parassiti esistono davvero, forse hanno davvero torto a protestare. E ancora dovrei trattare di infermieri ed insegnanti, ma ecco che devo sprecare le ultime righe delle mie nuove per spiegare come attraverso questi miei scritti io copiosamente faccia leva su artifizi retorici quali l’ironia, o l’iperbole, per evidenziare le contraddizioni ed i contrasti che percorrono il tessuto sociale inglese. Uscire dal personaggio, come dice pure il buon vecchio Stewart, non è certo cosa di stile, lo so, ma spero riuscirà ad evitarmi altri noiosi quanto inutili scambi di email.
Davide Miozzi