Scalo a Pechino, cosa visitare in un giorno
Quasi 20 ore di scalo all’aeroporto di Pechino, come sfruttarlo al meglio? Fughiamo in partenza ogni dubbio: nonostante le code per ottenere il visto temporaneo, nonostante il traffico, nonostante la sterminata grandezza che avrete di fronte, se avete dieci ore o più prima del prossima coincidenza a Pechino, andare a visitare la città è doveroso. Anche con poche ore a disposizione riuscirete a visitare la Città Proibita e piazza Tienanmen. Magari senza soffermarvi su tutto, sicuramente perdendo qualcosa, ma vale la pena.
Addirittura potreste provare a programmare un volo nel Far East tenendo conto delle tariffe molto convenienti di Air China. Un lungo scalo a Pechino invece che una seccatura può trasformarsi in opportunità. Il nostro, sulla rotta per la Nuova Zelanda, è stato uno scalo particolarmente fortunato: capitato di domenica, alla vigilia di Natale, siamo arrivati da Malpensa alle 5.30 del mattino ora locale e ripartiti alle 1.30 della notte successiva. Una giornata piena a disposizione quindi. Prima di passare a vedere cosa visitare in un giorno a Pechino, qualche avvertenza.
Scalo a Pechino, come lasciare l’aeroporto
Abbandonare l’aeroporto può trasformarsi in una corsa ad ostacoli. E’ così grande da farvi pensare, vittime della stanchezza di un volo di 10 ore, che forse lo sforzo è troppo grande: resistete alla stanchezza e tirate dritto nel vostro proposito. Primo ostacolo da superare: la dogana. Chi fa scalo a Pechino può ottenere un visto provvisorio, sul posto, che va dalle 24 alle 114 ore. Per ottenerlo però non dovrete mettervi in coda, come sarebbe naturale, con tutti i passeggeri al controllo passaporti: prima dovete dirigervi allo sportello E11 (proprio dopo il controllo passaporti, sulla vostra sinistra), dotato di soli due agenti, che registrano tutti i vostri dati (ritirate il modulo da compilare al desk e compilatelo mentre siete in coda) e infine vi rimandano alla coda principale. Il tutto può richiedere anche due ore di tempo. Realisticamente, se atterrate alle 5.30 quindi, riuscirete a lasciare l’aeroporto solo dopo le 8, anche più tardi.
Dopo aver lasciato gli arrivi internazionali grazie al people mover che collega i diversi terminal dell’aeroporto acquistate degli Yuan in aeroporto (100 euro per due persone sono una cifra congrua) e dirigetevi verso la città che dista poco più di 20 chilometri. Ci sono treno, bus e taxi. Noi, vi consigliamo quest’ultimo. La cifra è abbordabile (100 yuan a corsa circa) e ottimizzerete i tempi. Attenzione però: seguite senza indugio le indicazioni ufficiali e arrivate al piano stradale nell’area dove sostano i taxi autorizzati. Sono contrassegnati da una targa che inizia con la lettera B: rilasciano regolare ricevuta e pur non parlando inglese dovrebbero capire senza problemi l’indicazione per Tienanmen Square. Una buona precauzione può essere quella segnarsi sul cellulare i nomi in cinese da Wikipedia. Attenzione perché proprio sulla sinistra dell’area taxi, lì dove inizia la coda, esiste un altro servizio taxi, privato, che si spaccerà come quello ufficiale ma costa più del doppio.
Scalo a Pechino, un itinerario da piazza Tienanmen ai negozi tipici
Fatevi lasciare dal taxi in piazza Tienanmen (circa un’ora di viaggio), al centro di Pechino. Superati i controlli potrete entrare nel cuore della piazza e visitare i monumenti che ricordano la nascita della Repubblica Popolare Cinese e il mausoleo dove è conservato il corpo di Mao. Attenzione, non sono ammessi zaini, cibo e macchine fotografiche che dovrete eventualmente lasciare nel deposito custodito. Poi, passata Porta Tienanmen, l’immagine più famosa di Pechino, con il ritratto di Mao sull’entrata, entrerete ufficialmente nella città Proibita. I biglietti sono due: uno per visitare porta Tienanmen, il suo piccolo museo, e affacciarsi sulla piazza che nel 1989 fu il teatro della rivolta degli studenti (di cui la memoria in Cina è cancellata); il secondo alla Porta Meridiana, entrata della Città Proibita vera e propria. Il «più grande palazzo del mondo» copre 72 ettari di superficie ed è un rettangolo lungo quasi un chilometro e largo circa 700 metri, nel quale hanno vissuto a partire dal 1.400 le dinastie Ming e Ching. Al suo interno ci sono 980 edifici, vie, giardini nascosti: una città nella città in cui sta a voi decidere quanto fermarvi. Potete passarvi velocemente attraverso, in un paio d’ore, soffermandovi solo nei palazzi principali (generalmente visitabili solo dall’esterno) o perdervi anche tutto il tempo che avete a disposizione. L’unico percorso possibile rimane comunque quello da Sud a Nord, quindi da piazza Tienanmen all’entrata Nord. Di fronte al North Gate, che ospita un altro museo dedicato a mostre temporanee, attraversata la strada, sorgono i giardini Jingshan, con una piccola collina in cima alla quale sorge un tempio. Il consiglio (pagato il biglietto di pochi yuan) è quello di salirvi in cima: è sicuramente la migliore vista di Pechino dall’alto.
Se il tempo ve lo concede potrete poi, prima di ritornare in aeroporto, concedervi una passeggiata in uno dei cuori commerciali di Pechino tra South Luogu alley e Nanxiawazi Hutong. Non preoccupatevi troppo per il rientro. Pechino è piena di taxi e in un’ora circa sarete di nuovo in aeroporto.
Scalo a Pechino, due impressioni sommarie sulla Cina
Bagni ovunque, polizia e telecamere ovunque, ossessione per far vedere efficienza. La prima impressione che la Cina dà di sé è di un Paese efficiente, giovane, energico, e altamente tecnologico. Con una discreta ossessione per il controllo. Abbiamo avuto la fortuna di vedere Pechino quasi senza smog grazie a un gelido vento freddo proveniente da Nord: nonostante questo la mascherina anti-smog è un oggetto fashion che viene indossato da molti, soprattutto donne e ragazze. Lo sforzo per combattere lo smog si vede: sono tanti i mezzi elettrici, soprattutto i fantasiosi motorini utilizzati per gli spostamenti in città, ma probabilmente non sono gli autoveicoli la fonte principale di inquinamento. Nei giorni di festa i monumenti sono affollati di cinesi in gita: un grande popolo orgoglioso del suo passato e anche del suo presente. Prossima puntata, per il viaggio di ritorno: come visitare la grande muraglia facendo scalo a Pechino.
Luca Barbieri
Silvia Fabbi