Remote tourism, escursioni e gite dal divano
«Il nostro obiettivo non è affatto dare un’alternativa al turismo. Semmai vogliamo integrarlo grazie alla tecnologia». È così che Andrea Della Maggiore, project manager di Icarus, ha scelto di descrivere un’iniziativa che sfrutta i dron. L’obiettivo è offrire un servizio video in grado di far visitare località lontane attraverso smartphone o pc.
«La nostra idea di remote tourism è però quella di rendere il cliente un partecipante attivo della visita. A differenza di un contenuto su YouTube, dove l’utente non può scegliere dove indirizzare lo sguardo, indugiando ad esempio su una chiesa o su una piazza in particolare, con Icarus è il cliente che pilota il drone da casa».
Il software in questione esiste ed è stato sviluppato all’interno della startup innovativa Mensura Technologies, di stanza a Lucca. L’azienda è uno spin off della software house Demcode. Sabato 26 e domenica 27 settembre daranno un primo assaggio di un prodotto che si candida a sostenere soggetti turistici, musei, enti nell’attrarre pubblico con una soluzione smart e senz’altro meno impattante sull’ambiente.
Il remote tourism non può certo essere inteso come un surrogato del turismo in carne e ossa. Il lockdown e l’emergenza coronavirus hanno tuttavia dato una spinta a soluzioni di questo tipo, che innovano il settore. «Il valore aggiunto di Icarus – ha aggiunto Andrea – è la creazione di tour virtuali in grado di superare ogni tipo di barriera. Lo spot pubblicitario è ormai anacronistico: utilizzare invece una piattaforma che ti permette di interagire con l’oggetto turistico in modo attivo è una novità».
Il remote tourism contro le barriere
Ecco allora che il remote tourism diventa anche occasione per infrangere barriere sociali e di accessibilità. Persone a ridotta capacità motoria o con altre forme di disabilità avrebbero così uno strumento in più per aprire gli occhi sul mondo, pilotando droni sempre in sicurezza e scoprendo le bellezze del territorio in modo interattivo.
Nell’evento di questo week end, Icarus ha organizzato un tour in tutta Italia: saranno toccate 15 località tra la Lombardia e la Sicilia. Ogni ora, dalle 10 alle 18 di sabato e domenica, chiunque voglia registrarsi sul portale potrà essere selezionato in maniera random e mettersi alla guida di un drone in una particolare zona della penisola. Per questioni di tempistiche, a ciascuno sarà dato un tempo massimo di un minuto (con possibilità di successivo ripescaggio), durante il quale potrà prendere il posto di guida e volare sulla Val d’Orcia o sul Lago di Como.
L’esempio delle Isole Faroe
Il remote tourism non è soltanto una linea di business per startup, ma un’opportunità anche per i paesi. Uno dei casi scuola degli ultimi tempi è stato quello delle Isole Faroe, nell’Oceano Atlantico. Qui la politica si è messa in prima linea per offrire ai turisti la possibilità di pilotare letteralmente una persona in loco attraverso il joy stick presente su smartphone tramite app. Indossando una semplice telecamera sul casco e collegata per ricevere tutte le indicazioni dall’utente, la persona sul posto seguiva passo passo le direzioni suggerite. Proprio come in un videogioco. Oltre a camminare ed esplorare la natura a piedi, gli iscritti hanno potuto scegliere se muoversi a cavallo, in barca o perfino in elicottero. Soluzioni di ripiego, per continuare a far vivere un luogo anche da lontano, possono tradursi in uno strumento tecnologico in più, magnete web per i turisti.