Ramogi Village – il Kenya rurale

Sondu è una colorata cittadina africana inerpicata su un terreno costantemente ondulato e conosciuta per le coltivazioni di te e di patata dolce. Nel suo mercato potete trovare qualsiasi tipo di frutta e verdura fresca di giornata e ad un prezzo molto più che equo. E’ impossibile trovare Sondu segnalata su una Lonely Planet, è una città di passaggio, che si trova a metà strada da tutte le principali città della zona: 52 Km da Kisumu, 61 Km da Kisii e 45 Km da Kericho.

Lasciamo la strada principale e saliamo per una strada sterrata di terra rossa costellata ovunque di sassi e rocce che ci conduce fino a Ramogi, il villaggio nativo di Dominic Otieno, vicepresidente di Karibu Afrika (Kenya). Come spesso accade in Kenya non possiamo dire con esattezza quanto durerà questo viaggio, le distanze sembrano ogni volta cambiare a seconda delle condizioni atmosferiche e del periodo dell’anno. Durante la stagione secca il viaggio s’aggira sui 30 minuti mentre durante la stagione delle pioggie dovrete fare affidamento principalmente alle capacità off road del vostro guidatore e sperare che la strada non sia interrotta da qualche masso sceso a valle, dalla melma o da fiumi stagionali.

In caso di problemi l’unica possibilita’ sarà una sana passeggiata a piedi.

Arrivati a Ramogi inizierete a respirare l’aria pulita della Nyanza Province: il Kenya agricolo e rurale dove piccoli agglomerati di case con i loro campi agricoli si susseguono e si distribuiscono omogeneamente su tutto il territorio. Ogni agglomerato  corrisponde ad una famiglia: le abitazioni sono disposte a ferro di cavallo, secondo una tradizione che si tramanda da secoli. La casa di testa è sempre quella del capofamiglia mentre i figli, in ordine d’età, costruiranno le loro case sui due lati, allontanandosi progressivamente dal capofamiglia. Le case sono costruite con i materiali che si trovano sul posto: legno, sabbia e sassi. A Ramogi non c’è l’elettricità, non ci sono negozietti o bar, il telefono non ha campo (e per ricaricarlo si deve salire alla scuola secondaria più vicina, che si trova a circa 20 minuti di camminata). Gli abitanti vivono principalmente di agricoltura e allevamento di sussistenza.

Appena arrivati Enok, il papa’ di Dominic, nonchè capofamiglia, farà accommodare gli ospiti nel salotto di casa sua per un sermone introduttivo. Ci si sente subito a casa e viene la pelle d’oca ad ascoltare Enok parlare in inglese, in una stanza in penombra seguendo gli appunti che nei giorni precedenti si è annotato su un foglio di carta.  L’inglese è la terza lingua di Enok dopo il luo e il kiswahili, ma per rispetto degli ospiti questa è la lingua veicolare utilizzata per spiegare le tradizioni luo, le storie e i miti di Ramogi. Si continua a parlare passeggiando per le colline di Ramogi che offrono dei panorami stupendi sui villaggi vicini, fino al Lago Vittoria, a 15 Km circa di distanza in linea d’aria.

Da Ramogi e dai villaggi della zona sono partiti moltissimi giovani alla ricerca di fortuna in città, principalmente a Kisumu e a Nairobi. Dominic è partito all’età di 14 anni, per continuare gli studi a Nairobi, dove viveva con il padre nella baraccopoli di Mathare. Oggi, a quasi 38 anni,  Dominic vive ancora a Mathare dove è stato raggiunto dai fratelli Philip e Paul. Una domanda ricorrente in Kenya e’: cosa spinge tutte queste persone a lasciare le zone rurali per tentare la sorte in città? Perchè Dominic ha scelto di vivere in una baracca grande 2,5 metri per 3 metri con moglie e figlio, sperando di sbarcare il lunario abitando in una baraccopoli della capitale del Kenya, piuttosto che tornarsene in pianta stabile a vivere nel suo villaggio e nella sua casa con 3 camere da letto e un soggiorno, circondata dal verde delle colline di Nianza? Tentare di rispondere a questa domanda richiederebbe almeno 3 post!

Torniamo a noi… Ci si siede incuriositi e affamati (saranno circa le tre del pomeriggio) per un lauto pranzo preparato dalle donne del villaggio con dei fuochi organizzati all’aperto. La specialità della casa è l’ugali, il piatto tipico luo, polenta bianca di farina di mais rigorosamente senza sale, che ben si accompagna alla carne (pollo, pecora o mucca) che verrà servita in un sugoso brodino. Intendiamoci, la cucina kenyana non è niente di speciale ma un pranzo nel villaggio di Ramogi quello si che è speciale, un’esperienza fighissima che auguro a chiunque.

Prima dell’arrivo del buio ci si lascia alle spalle Ramogi, i suoi abitanti e i suoi colori per tornare a Sondu.

Una Tusker (birra kenyana) ghiacciata e due noccioline accompagneranno le chiacchierate serali che cercano di ripercorrere l’intensa giornata trascorsa.

Stanchi e felici, come nelle migliori giornate africane, si può andare a dormire!

Luca Marchina

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