Quindici motivi per andare in Armenia
Si avvicina quel momento dell’anno in cui le persone previdenti (ahimè, non sono tra queste) cominciano a pianificare le ferie estive. Perché non scegliere l’Armenia? Ecco le mie quindici buone ragioni, tra il serio e il faceto.
- Perché la terra è sassosa e arida, ma fertile come poche altre. E i paesaggi cambiano di continuo.
- Per lo spettacolo dell’alba vista dal monastero di Tatev e quel cielo nero che diventa azzurrissimo.
- Per dare un passaggio ad anziane contadine che in francese vi raccontano quanto amano Michelangelo o a giovani autostoppisti georgiani che vi insegneranno qualche parolaccia in russo.
- Per la sobrietà con la quale il memorial del genocidio armeno mostra al mondo la storia spesso ignorata di un (altro) popolo del quale era stato pianificato lo sterminio.
- Perché la birra Kilikia è una bionda niente male che vi conquista subito, viene servita sempre ghiacciata, costa assai meno della minerale. E la bottiglia piccola è quella da mezzo litro.
- Perché a Yerevan, la capitale, il wi-fi è libero ovunque. Ma anche nei paesini più piccoli è facile trovare un hotspot gratuito.
- Perché è innegabilmente Asia, ma c’è tanto di Europa.
- Perché la cucina saprà sorprendervi.
- Per guidare una Lada Niva e sentirsi semplicemente uno tra i tanti.
- Per quel che resta dell’Urss, nel bene e nel male: dal Soviet d’Armenia che a salirci sopra ricorda una torre di Babele alle fabbriche dismesse del Nord.
- Per introdurvi in una festa di iraniani sull’azzurro lago Sevan e non capire se siete più contenti voi o loro.
- Perché l’Ararat vi segue ovunque ma resta sempre “al di là”.
- Per rendersi conto di sapere così poco di un popolo che ha così tanto a che fare con noi e con la nostra storia.
- Per essere fermati per strada da un gruppo di persone che, coltellaccio alla mano, ti tagliano una fetta di anguria dopo l’altra e ti offrono “ancora un bicchierino” di vodka. Parlano solo armeno e russo e tu no, ma quando capiscono che sei italiano ti abbracciano e iniziano a cantare “Felicità”. E ti rendi conto che la sai tutta a memoria.
- Per sentire, una volta a casa, quella strana nostalgia e la certezza che ci ritornerete.
Domenico Lanzilotta
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