Perché oggi non parliamo di Gheddafi
Penso di dovervi una spiegazione. Facciamo che per chi non conosce ancora questo sito sia solo una premessa. Nei momenti topici, quelli in cui la Storia con la S maiuscola bussa alla porta, e chiunque, ma proprio chiunque, dice la sua, non ce la faccio proprio. Mi taccio. E pazienza se una vocina maligna dentro mi sussurra: “dì la tua, che guadagni lettori, tutti vogliono leggere e sapere dell’argomento che oggi è in prima pagina”.
Io a parlare di Gheddafi ucciso, Shalit liberato, di Black bloc e Roma in fiamme, non ce la faccio proprio. Forse è un po’ stupido per un giornalista che ha l’ambizione di scrivere di esteri. Ma non ho nulla di sensato da aggiungere su questi argomenti che già bravissimi e più esperti colleghi non abbiano già detto. Non ero a Roma, non ho mai conosciuto Gheddafi né l’esile Gilad Shalit.
Certo, potrei – potremmo – raccontarvi le mie e le nostre sensazioni, le nostre analisi da apprendisti stregoni. Potrei dirvi che io che in Palestina io ho lasciato cuore, ho gioito e gioisco alla liberazione di questo ragazzo. Senza se, senza ma, e senza dover subito precisare qualcos’altro. Che le immagini del corpo di Gheddafi ucciso e poi preso a calci da morto (e che ovviamente ho cercato e guardato a ripetizione) mi fanno orrore, che quella in Libia è una guerra sporca, che quelli che hanno vinto non so se saranno migliori del predecessore (ma non sarà difficile in effetti). Che Roma, vabbè, Roma..
Continuerò, e con me tutti quelli che danno vita ad A nord est di che…, a scrivere di cose che stiamo vedendo con i nostri occhi e toccando con le nostre mani.Eppure sappiamo bene cosa accade in giro. Siamo onnivori, nel nostro piccolo, di informazioni, analisi e commenti. Ma a volte, nel caos, anche stare zitti, o guardare e sorprendersi altrove, è un’arte da coltivare: il rumore di fondo è già insopportabile, tentiamo semplicemente di non accrescerlo. Parliamo e parleremo quando avremo qualcosa di dire. E’ e sarà sempre un solo piccolo punto di partenza. Ma è tutto quello che possiamo offrirvi.
Lu.B.