Parigi, appunti di viaggio

5 mesi.

L’estate che non finisce.

L’inverno che non comincia.

Qualche progetto lasciato per strada.

E qualche nuovo progetto.

Tre tracolle rotte.

I libri da fotografare.

L’antipatia del personale della Cité Universitaire.

I “servizi amministrativi” dell’Easyjet.

Le colazioni camminando.

La parrucchiera cinese.

Un piumino impossibile da montare.

I primi incontri ravvicinati con la verdura.

Il vino che vince sulla birretta.

Lo sfatto con il coltello spuntato.

Lo spaccino che ti fa cancellare le foto.

Rue de Lappe di Maugham che rimane sempre un bordello.

I nights che chiudono.

La rrrrr.

La prospettiva.

Les villas.

I tassisti abusivi.

Recuperare un 7-1.

Le Alpi tra la tripla A e lo spread.

Teatri S-M-L.

Nuove letture.

La doccia a pressione (continua).

Una vecchia compagna di viaggio.

Tu es stupide ou quoi?”

Qualche passeggiata.

I 10 minuti.

Il ritardo.

Il grigio.

Il verde.

Il Velib’.

Le discese: avenue des Gobelins, rue Oberkampf.

Le salite: rue Saint Jacques, Boulevard Saint Michel.

L’umore che si misura con la marcia.

I viaggi in due.

Un giretto in macchina.

I fiammiferi de La Rotonde.

La luce gialla.

Le incomprensioni in francese.

Le incomprensioni in italiano.

Un paio di cose ancora da fare.

Una playlist da aggiornare.

La neve.

Tanti voli e uno solo in ritardo: l’ultimo.

Et Destination Ailleurs,

Mattia Gusella

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