È morto l'artista Paolo Gioli

È morto Paolo Gioli, tra i più importanti artisti contemporanei italiani. Lo ha annunciato il critico Bruno Di Marino con un post su Facebookil 28 gennaio. Nato a Sarzano di Rovigo nel 1942, viveva e lavorava a Lendinara, in Polesine, dove si occupava di pittura, litografia e serigrafia. Dal 1968 aveva sviluppato le sue ricerche di stampo sperimentale con le tecniche del film, della fotografia e del video. Nell’ambito del cinema sperimentale si era affermato lavorando a partire dalla riflessione sul mezzo, reinventando e costruendo macchine da presa, restando fedele alla pellicola analogica.

Le copie in pellicola di alcuni suoi film e le sue opere pittoriche e fotografiche sono presenti nelle collezioni di musei internazionali, tra cui l’Art Institute of Chicago, il Museum of Modern Art di New York, il Centre Georges Pompidou e il MEP (Musée Européen de la Photographie) di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.

Nel 2021 Paolo Gioli era stato protagonista, in Puglia, del festival Avvistamenti di Bisceglie, e di una mostra personale, “Paolo Gioli: Antologica/Analogica”, curata da Bruno Di Marino, con la collaborazione di Rosario Scarpato, che dopo aver fatto tappa a Lecce e Bisceglie da marzo a maggio 2021 è approdata il 26 giugno in Cina, al Three Shadows Photography Art Centre di Pechino, dove resterà fino al 29 agosto.

La biografia di Paolo Gioli

Nel 1967, si legge nella biografia sul suo sito, Gioli parte per New York, dove resterà a lavorare per un anno ottenendo anche una borsa di studio della John Cabot Fund. Lì viene in contatto con il New American Cinema e, per quanto riguada la pittura, con la Scuola di New York ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson.

Costretto ad interrompere l’esperienza americana e a rientrare in Italia per problemi collegati al visto di soggiorno – sono i giorni dell’uccisione di Martin Luther King e Bob Kennedy che vide l’applicazione di norme più severe da parte dell’Immigration Office americano – nel 1970 Gioli, si stabilisce a Roma. Lì entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente che orbita intorno al Filmstudio e cui fanno capo un po’ tutti gli autori di cinema sperimentale italiano. È tra Rovigo e Roma che produce i primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulla scia dei Lumière.

A Roma approfondisce anche il suo interesse per la fotografia di cui indaga specialmente le origini. Nel ’76 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con continuità alla fotografia. Troverà nel polaroid – che egli chiama “umido incunabolo della storia moderna” – un sorprendente mezzo per allargare ulteriormente la sua ricerca sulla fotografia istantanea, travasandone la materia su supporti diversi dalla pellicola come la carta e la tela e apparentandola così alle arti belle. Agli inizi degli anni ’80 torna nella sua terra in Polesine.

Foto: Paolo Gioli, dal sito dell’American Academy in Rome, aarome.org

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