Palle di cannone sull'albero di Natale

alberobetlemmeNo, ovviamente non sono palle di cannone. Sono solo bossoli di lacrimogeni. A Betlemme quest’anno l’albero l’hanno fatto così, raccogliendo i proiettili sparati dagli israeliani contro i campi profughi di Betlemme. Lo racconto – anche – nell’articolo sul Caritas Baby Hospital pubblicato sul Corriere del Veneto. La foto è di suor Donatella Lessio che ho riabbracciato lo scorso 8 dicembre.  Suor Donatella vive a cento metri dal muro della vergogna che divide Gerusalemme da Betlemme: lo odia, quel muro, e come potrebbe essere altrimenti. Lo ha visto crescere pezzo dopo pezzo, così come ha visto crescere le colonie israeliane sulle colline circostanti. Una sensazione di soffocamento progressiva.

Le ho chiesto se i controlli allentati che al check point sono la spia di un miglioramento della situazione dei palestinesi in Cisgiordania. Nein, purtroppo. “La situazione – mi ha raccontato suor Donatella – è sempre peggiore anche se in apparenza, sembrerebbe migliore. Gli espropri di case palestinesi continuano più di prima. La scorsa settimana (quindi ad inizio di dicembre 2013) una famiglia di tredici persone è stata costretta a lasciare la casa mezz’ora prima della sua demolizione. Hanno sequestrato i cellulari e non hanno potuto chiamare nessuno. Si trattava di una casa del patriarcato che infatti ha protestato duramente”. L’occupazione scivola via, giorno dopo giorno. Ma non ci si può abituare a tutto. A vite umiliate e a 8 metri di calcestruzzo sopra il futuro di terre e popoli che hanno sempre vissuto insieme.

Basta vederlo per aprire gli occhi. E se non ci siete stati veniteci con noi: anordestdiche@gmail.com

 

Luca Barbieri

Per approfondire leggi anche: I am, you are intervista a Gilli Mendel; Video: sventola la bandiera palestinese, portato via dalla polizia; Auguri da Betlemme

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