Ötzi, il primo assassinio irrisolto della storia ora arriva sullo grande schermo
Un film che racconta il primo assassino irrisolto della storia: «Der Mann aus dem Eis» (l’uomo venuto dal ghiaccio) — una coproduzione tra Italia, Germania e Austria —porta sul grande schermo, per la prima volta in assoluto, la vita e la morte di Ötzi, la mummia ritrovata 26 anni fa nel ghiacciaio del Similaun nella Val Senales al confine con l’Austria. Risalente all’età del rame il cadavere di Ötzi è stato estratto perfettamente conservato con ancora indosso abiti e utensili. Oggi, grazie alla scienza, di Ötzi, una delle mummie più studiate al mondo, si sa praticamente tutto: quanti anni aveva quando è morto (46), di che cosa consisteva il suo ultimo pasto (pane di farro e carne di stambecco e cervo)… e anche che cosa causava la sua morte. Ötzi morì oltre 5000 anni fa ucciso da una freccia scoccata dalle sue spalle da una distanza di circa 30 metri che lo colpì nella spalla sinistra producendo un foro di circa 2 cm nella scapola. Ma come mai questo uomo del Neolitico — originario dalla Val d’Isarco o Val Pusteria, se non proveniente dalla Toscana —si avventurò a oltre 3.000 metri sulle gelide alture dei ghiacci della Val Senales? Chi l’ha assassinato? E perché? Ci sono tante ipotesi ma il segreto non è mai stato del tutto svelato. Con «Der Mann aus dem Eis» (titolo originale: «Iceman – The Legend of Ötzi») Felix Randau, che ha scritto anche la sceneggiatura di questa avventura, racconta — per la prima volta in un film di finzione — gli ultimi giorni di Ötzi e gli avvenimenti che hanno portato alla sua misteriosa morte. In Germania e in Alto Adige il film è già uscito nelle sale lo scorso 30 novembre e in Austria sarà visibile al cinema a partire dal 7 dicembre 2017. Per quanto riguarda invece il mercato non germanofono, incluso il resto dell’Italia, non è stata ancora fissata la data di uscita del film. Chi però non volesse aspettare può tranquillamente guardarsi il titolo in tedesco: trattandosi, infatti, di un film pressoché privo di dialoghi, sarà accessibile anche a chi ha poca dimestichezza con la lingua tedesca.
Scene d’azione e forti emozioni senza neanche un dialogo
Sullo sfondo dei panorami mozzafiato delle Alpi altoatesine il regista tedesco fa rivivere l’uomo venuto dal ghiaccio sviluppando intorno alla sua sorte un dramma incentrato su vendetta, delitto e castigo. Dai tempi del rame all’età moderna, i moventi che spingono le persone sono sempre gli stessi: odio, avidità, amore e disperazione. Sentimenti eterni dell’umanità che i personaggi del film trasmettono senza parole, nel vero senso della parola. Il film, infatti, è privo di dialoghi e per le poche parole utilizzate ci si è consultati con linguisti per ricostruire gli elementi che componevano il linguaggio dell’epoca. Una scelta drammaturgica che non è andata a scapito della suspense e dell’intensità delle emozioni: ad animare la pellicola fino all’ultimo secondo sono le tante scene d’azione —a volte non poco crude — i panorami naturali stupendi in cui si evolve la storia e un cast primordine, tra cui Jürgen Vogel (Good Bye Lenin!, L’Onda), Franco Nero e vari attori altoatesini come Martin Schneider e Paula Renzler. Si tratta, inoltre, di un film curatissimo, fino al più piccolo dettaglio. Grazie all’aiuto degli esperti del Museo Archeologico dell’Alto Adige — dove oggi si trova la mummia di Ötzi — è stato possibile creare costumi, trucci e accessori di scena altamente realistici. È così il team internazionale intorno al regista tedesco Felix Randau ha potuto realizzare delle immagini intense e autentiche, in grado di trasportare lo spettatore nel mondo preistorico fin dai primi minuti del film.
La trama
Oltre 5.300 anni fa, nel neolitico. Una grande famiglia vive in pace lungo un fiume nelle Alpi Venoste (Ötztaler Alpen). Al suo capo Kelab (Jürgen Vogel) spetta di custodire il sacro reliquiario. Mentre Kelab è a caccia, il suo insediamento è assalito e l’intera tribù assassinata, compresi la compagna (Susanne Wuest) e il figlio di Kelab. Anche le reliquie della comunità vengono rubate. Mosso dal dolore e dalla rabbia, Kelab ha un solo scopo ormai: la vendetta! Segue le tracce dei colpevoli. Nella sua odissea tra le montagne è esposto ai pericoli della natura e un tragico equivoco fa sì che lui stesso diventi una preda. Infine Kelab finisce per doversi confrontare non soltanto con gli assassini della sua famiglia, ma anche con se stesso. Seguirà l’impulso di vendicarsi e diventerà lui stesso un assassino? Oppure riuscirà a interrompere l’eterno circolo della vendetta? Con questo dramma arcaico lo sceneggiatore e regista Felix Randau fa sì che si possa vedere realmente la vita nel neolitico.
Johanna Roelleke