Un naso da Oscar: il Pinocchio di Garrone (candidato per i costumi e il make up) nato dalle mani di un gardenese
Il Pinocchio di Matteo Garrone, che già un anno fa si è aggiudicato 5 David di Donatello (Miglior scenografo, Miglior truccatore, Miglior costumista, Miglior acconciatore e Migliori effetti speciali visivi) ora punta agli Oscar: a fine aprile concorrerà infatti a Los Angeles per due statuette nelle categorie Migliori costumi e Miglior trucco. Il “simbolo” della pellicola, cioè il burattino di legno che diventa un bambino, è stato realizzato da un artista della Val Gardena, Bruno Walpoth, considerato uno degli interpreti più importanti della scultura contemporanea in legno. Che Garrone pare abbia trovato “per caso cercando su internet”.
Bruno Walpoth, il lavoro con Garrone e Benigni
Le nomination per la 93ª edizione dei premi Oscar sono state annunciate il 15 marzo scorso, e la cerimonia di premiazione si terrà a Los Angeles il 25 aprile: alcuni dei film candidati, tra questi il Pinocchio di Matteo Garrone, hanno fatto in tempo a uscire nelle sale, lo scorso anno, nonostante la pandemia. Al botteghino, la pellicola ha incassato poco meno di 20 milioni di euro a livello globale, aggiudicandosi anche numerosi riconoscimenti (i principali premi tecnici ai David e 2 candidature agli Oscar 2021) oltre che elogi dalla critica (nel “Tomatometer” di Rotten Tomatoes ha un consenso dell’84%). Quello che però non tutti sanno sanno è che il burattino di legno è stato realizzato da un altoatesino. Era l’autunno del 2018 quando l’artista di Ortisei, il ladino Bruno Walpoth, fu contattato per la prima volta dalla segretaria di produzione.
Per il film, l’artista gardenese ha messo a punto tre versioni del Pinocchio di legno: uno allo stato grezzo; un tronco (in legno di quercia) per la fase iniziale della lavorazione di Geppetto, interpretato da Roberto Benigni, e il burattino completato, che si anima fino alla trasformazione finale in un bambino vero e proprio. Gli ultimi ritocchi alla scultura sono stati apportati direttamente sul set – accanto al premio Oscar Roberto Benigni – in Toscana, alla Tenuta La Fratta. “Non è stato un lavoro semplice”, sottolinea Walpoth. Perché “non ho potuto realizzarlo secondo le mie idee; ho invece dovuto attenermi rigorosamente alle indicazioni del regista: la maschera doveva inoltre essere adattata al bambino interpretato dall’attore Federico Ielapi”. In ogni caso, aggiunge l’artista, si è trattato di “una bellissima esperienza”.
Bruno Walpoth (foto Walpoth)
“Soggetti rigidi immersi nei propri pensieri”
Bruno Walpoth, classe 1959, è un nome noto sulla scena internazionale della scultura figurativa. Ha iniziato la sua formazione artistica negli studi del nonno e dello zio, entrambi i quali scolpivano figure religiose. “Più che raccontare una storia tramite le sue opere, Walpoth mira a catturare un momento di isolamento ed introspezione: i suoi soggetti sono rigidi, immersi nei propri pensieri, e i loro occhi spesso evitano quelli dell’osservatore”, scrive il portale specializzato Accesso Galleria. Con le numerose apparizioni in mostre personali e in musei di tutto il mondo, i suoi lavori sono parte di molte collezioni internazionali. L’artista ha partecipato alla 56esima Biennale di Venezia e attualmente (fino al 19 giugno) le sue opere sono in mostra alla Galerie Martin Mertens di Berlino.
Pinocchio, le chance agli Oscar
Tornando invece agli Oscar: il film di Garrone è candidato per i costumi di Massimo Cantini Parrini e per il make up di Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti. Le possibilità che la pellicola si aggiudichi una statuetta (o entrambe) ci sono tutte – dicono gli esperti del settore. “Mark Coulier, Francesco Pegoretti e Dalia Colli hanno creato un lavoro stupefacente e impressionante che non dovrebbe essere ignorato dall’Academy” scrive la rivista Awards Daily.
Elmar Burchia
Nell’immagine di apertura Walpoth, Benigni e la testa di Pinocchio (Foto Walpoth)