Nara: verso il tempio delle mille lanterne, passando per la narice di un Buddha
Pensate ad una piccola città la cui storia è ancora più antica di quella di Kyoto. Nei suoi parchi e giardini scorrazzano liberi i cervi sacri, messaggeri divini secondo la dottrina scintoista, che raggiunsero il Giappone prima dell’uomo attraversando ponti di terra naturale dal continente asiatico, nell’era glaciale. Poi pensate all’edificio in legno più grande del mondo (circa un cubo di 50 m per lato) al cui interno si trova una enorme statua, alta più di 16m e costituita da 437 tonnellate di bronzo e 130 kg d’oro.
Siamo a Nara, la prima capitale del Giappone, di fronte al Daibutsu, che raffigura il Buddha Dainichi (cioè il Buddha cosmico da cui sono nati tutti i mondi) e i rispettivi Buddha rivelatisi nel corso del tempo.
Vicino a questo Buddha gigante (che è una delle statue in bronzo più grandi al mondo) si snoda ogni giorno una fila infinita di bimbi giapponesi che attendono il loro turno per attraversare la cavità ricavata nella parte inferiore di un pilastro in legno che ha le dimensioni esatte di una delle narici del Buddha. Sembra che chi riesce a varcare la cavità ha la certezza di raggiungere l’illuminazione.
Il portale di accesso all’imponente Tōdai-ji è sorvegliato da due altrettanto imponenti statue in legno raffiguranti le divinità guardiane del tempio. L’espressione di queste statue è talmente intensa e veritiera che sembrano poter animarsi e riprender vita da un momento all’altro.
Poco lontano, sotto ai versanti del Wakakusa-yama, dove prati verdi danno spazio alle scorribande dei cervi, sorge il santuario delle lanterne, il Kasuga-taisha. Qui si respira un’atmosfera davvero surreale, immersi nel verde e circondati da centinaia e centinaia di antichissime lanterne in pietra, che sorgono lungo il sentiero che conduce all’ingresso principale. Il tempio stesso e il suo colonnato arancione sono circondari da una serie di lanterne in bronzo. Durante l’Obon, tutte le lanterne del tempio (più di mille) vengono accese in onore dei defunti che tornano a far visita ai proprio cari.
Nara, così come Miyajima e Hirashiyama, è uno dei luoghi in cui sembra che il tempo si sia fermato. La quiete e l’armonia che qui si respirano (e che in Giappone spesso si ritrovano nei piccoli templi, santuari e giardini di cui ogni città è disseminata) fa di questi luoghi i polmoni che danno respiro alla frenesia delle giungle urbane e ai ritmi incalzanti di questo Paese, tanto moderno nel suo stile di vita quanto antico nelle sue tradizioni.
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