Museo Museion, Vezzoli rilegge sé stesso e l'arte contemporanea
“Seivzedeit“, segnatevi la data sul calendario: il 29 gennaio alle 19 verrà inaugurata al Museion di Bolzano: “Museo Museion”, il doppio progetto espositivo di Francesco Vezzoli che come “guest curator”, ha allestito una mostra sulla collezione Museion, e come artista, presenterà la prima retrospettiva della sua produzione scultoria. (Mostra sulle sculture: 30/1/2016 – 16/5/2016. Mostra sulla collezione Museion: 30/1/2016 – 06/11/2016 )
I motivi per non perdersi la visita sono parecchi e di seguito ne verranno elencati solo alcuni.
Perché Museion, dopo l’incidente con “Dove andiamo a ballare questa sera?” di Goldschmied & Chiari e lo scivolone sulla chiusura prenatalizia del wifi pubblico, non poteva ripartire meglio di così. Perché esporre arte contemporanea in un territorio popolato da un folto gruppo di amanti di crocifissi lignei di qualche quintale e da un altro gruppo di affezionati estimatori di grandi pietroni fascisteggianti, non è per nulla facile.
In Alto Adige/ Südtirol è più facile che si entri nei musei per ammirare mummie vecchie di cinquemila anni piuttosto che per apprezzare le grandi installazioni di un giovane artista vietnamita. Ma, proprio per questo, la mostra di Vezzoli è un’occasione da non perdere, perché le intenzioni dell’artista bresciano sono davvero le migliori possibili.
Vezzoli non ha intenzione di rivoluzionare nulla né di “épater le bourgeois”, anzi come ha ribadito in diverse recenti interviste, per il progetto di Museion, ha preferito “rovistare nei tinelli“, cercare accostamenti “tè e biscotti” piuttosto che provocare e scandalizzare. Non solo, a Bolzano presenterà una “personale” di sculture classiche, seppur riviste e se ancora non bastasse, è meglio ricordare che si tratta dell’artista che ha convinto a lavorare con lui (gratuitamente) numerose star di Hollywood (Sharon Stone, Natalie Portman e molti altri) e ha iniziato facendosi un nome grazie al ricamo.
Ovviamente è una possibilità che dovrebbero sfruttare non solo gli altoatesini ma tutti coloro che hanno ancora voglia di apprezzare nuovi punti di vista o nuove prospettive. Nel visitare Parigi, tutti buttiamo un occhio alla Tour Eiffel e magari ci mettiamo pure in fila per osservare la Gioconda ma, anche quando andiamo a cercare il già noto, sappiamo che al ritorno racconteremo dell’imprevisto capitato in metropolitana o delle valigie smarrite all’aeroporto. Vezzoli ci presenterà proprio questi imprevisti.
Lo farà utilizzando cornici ridipinte a mano che sono copie di famosi dipinti che hanno fatto la storia dell’arte (dal “Tondo Doni” di Michelangelo al “Bacio” di Francesco Hayez) che inquadrano le opere di arte contemporanea di Museion. Il visitatore dovrà, quindi, solo godersi questo gioco di abbinamenti, mentre i più curiosi potranno cercare di capire cosa ha spinto il curatore a collegare cornice e quadro. Insomma verrà fornita la possibilità, non solo di osservare l’arte contemporanea sotto un diverso punto di vista, ma anche di attivare il proprio spirito critico e le proprie conoscenze artistiche.
Amanti e appassionati di arte contemporanea potranno invece tornare a ragionare sulla fondamentale relazione tra cornice e opera d’arte e qualcuno potrà addirittura immaginare che quanto rappresentato da Vezzoli non riguardi solo l’arte, più o meno contemporanea, ma anche la comunicazione e quindi anche la politica e la democrazia.
Volendo sfiorare l’utopia, si potrebbe uscire da Museion pensando che il potere è di chi fa le cornici e non di chi dipinge il quadro. Ma ci sarà modo di riparlarne a mostra aperta.
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Massimiliano Boschi