Marò, l'importante è avere le idee chiare
Più che la crisi economica (drammatica nel suo silenzioso procedere verso l’abisso) c’è la vicenda dei marò a ricordarci che avere un governo è importante. Latorre e Girone, accusati di aver ucciso pescatori indiani in conflitto a fuoco, tornano in India pare, dove hanno promesso che non gli torceranno un capello (e dove in effetti tecnicamente non sono nemmeno mai stati in carcere).
L’imbarazzante decisione del governo di trattenerli in Italia smentendo la parola data è stata ora ritirata con la scusa di aver ottenuto rassicurazioni sul loro trattamento: «il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autoritá indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sará riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il governo ha ritenuto l’opportunitá, anche nell’interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione».
Il problema è che in soli 10 giorni l’India ha esercitato una (sacrosanta) pressione tale da farci fare un rapido dietrofront. Bella figuraccia. Per giustificarla si evoca ora il pericolo della pena di morte che sì, in India ancora esiste, ma non viene applicata dal 2004.
Serve un governo, altroché. Altrimenti la nostra politica estera facciamola fare a questi:
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