Logos Zanzotto, a Padova il film di Denis Brotto sul poeta del paesaggio
Un film per scoprire da vicino la poesia di Andrea Zanzotto, caratterizzata da un uso innovativo del linguaggio, un’attenzione per la natura e il paesaggio, e una riflessione sulla storia e l’identità veneta. Il documentario “Logos Zanzotto” del regista Denis Brotto sarà proiettato durante un incontro dal titolo “Dietro le Quinte”, in programma giovedì 13 aprile 2023 alle ore 21 al Cinema Lux di Padova (via Cavallotti, 9). A organizzarlo è l’associazione Alumni dell’Università di Padova: Zanzotto, infatti, si laureò alla Facoltà di Lettere patavina nel 1942.
Dopo la proiezione Brotto, professore associato di “Digital cinema” e “Cultura visuale” dell’Università degli Studi di Padova, commenterà e approfondirà le tematiche del film con il pubblico in sala. La partecipazione è libera e gratuita fino ad esaurimento posti previa iscrizione (a questo link).
«Siamo felici di poter celebrare la vita e l’opera di un grande Alumno del nostro Ateneo come Zanzotto, tra i più significativi poeti italiani della seconda metà del Novecento» dichiara Gianni Dal Pozzo, presidente dell’Associazione Alumni dell’Ateneo patavino. «Grazie soprattutto all’impegno del professor Brotto, al suo prezioso lavoro registico e di ricerca di materiali d’archivio, il documentario potrà restituire agli studenti del nostro Ateneo, e al pubblico padovano, tutta l’importanza che il pensiero e la voce poetica di Zanzotto hanno avuto per la cultura italiana».
Chi è stato Andrea Zanzotto
Il lungometraggio ripercorre l’opera poetica di una delle più importanti voci della poesia italiana, Andrea Zanzotto (1921-2011), ricostruendo visivamente il senso profondo della sua poesia, ricomponendo le suggestioni provenienti dalla sua voce, dal suo logos, capace come nessun altro di definire l’importanza del ‘paesaggio’.
Da locus amoenus a spazio visivo sempre più segnato dai pericoli della modernità e dell’inquinamento, è il paesaggio il centro di tutta l’opera poetica di Zanzotto. Logos Zanzotto, dunque, rimarca come l’opera poetica di Zanzotto abbia da sempre cercato di osservare e definire il paesaggio in un modo che non fosse didascalico e che, partendo dalla realtà, fosse in grado di scorgerne i cambiamenti, i rischi, le alterazioni, applicando talvolta uno sguardo deformante sul reale.
In copertina: un fotogramma di Logos Zanzotto