Le violenze dei coloni israeliani di Yitzhar
Alcuni mesi fa avevo accennato alle violenze ripetute di alcuni gruppi di coloni israeliani contro i palestinesi, e in particolare avevo descritto la piccola escalation di dicembre 2011. Una delle località più bersagliate era il villaggio di Asira al-Qibliya, a sud di Nablus. Ho avuto occasione di visitarlo qualche giorno fa con Ane, la mia amica giornalista, e con alcuni colleghi.
I padroni dell’ultima casa in cima al villaggio ci hanno accolto con gentilezza e hanno risposto senza esitare a tutte le nostre domande. La colonia israeliana di Yitzhar si trova poco più sopra, in cima alla collina, a poco più di 300 metri. E’ stata costruita a partire dagli anni ’80 su terreni agricoli appartenenti ad Asira al-Qibliya e ad altri villaggi palestinesi della zona; questa famiglia si è vista confiscare nel corso degli anni diversi uliveti e un frutteto. I coloni di Yitzhar sono marcatamente religiosi e hanno una visione radicale secondo la quale la Cisgiordania deve essere colonizzata e annessa ad Israele quanto prima possibile e con ogni mezzo. Negli ultimi anni hanno iniziato una serie di incursioni e di attacchi contro i villaggi palestinesi limitrofi, soprattutto di notte, lanciando pietre, facendo schiamazzi, battendo con forza sui cancelli delle case, compiendo atti di vandalismo contro auto e proprietà private, e adoperandosi in generale per spaventare gli abitanti delle case più esposte e spingerli ad abbandonarle, per poter poi annettersi ancora più terreni.
L’esercito israeliano secondo il diritto internazionale ha il dovere di proteggere i civili nei territori palestinesi occupati. Interpretando questo dovere tutto a modo loro, i soldati accompagnano i coloni durante queste incursioni, per assicurarsi che i palestinesi non reagiscano e non mettano a repentaglio la loro incolumità. Se questo accade i soldati iniziano a sparare gas lacrimogeni contro i palestinesi. Se un palestinese compie un atto violento in risposta alle provocazioni dei coloni, i soldati lo possono arrestare e portare via; ma se un colono compie un atto violento i soldati non intervengono, perché essendo un cittadino israeliano può essere arrestato soltanto dalla polizia. In questo modo si è diffusa tra i coloni una pericolosa cultura dell’impunità, per cui si sentono liberi di compiere ogni tipo di violenza e vandalismo contro i palestinesi senza timore di conseguenze legali.
Tutte queste storie le avevamo già sentite, tutti questi discorsi li conoscevamo già. L’aspetto nuovo e sconvolgente di questa giornata è stato vedere le foto scattate dalla terrazza della loro casa durante un attacco diurno. Si vede chiaramente una banda di giovani israeliani dal volto coperto coordinarsi e discutere con i soldati prima dell’attacco. Si vedono anche dei ragazzini di dieci o dodici anni lanciare delle pietre contro le case palestinesi, con un soldato a fianco, immobile, indifferente. La qualità delle foto purtroppo è molto bassa ma il contenuto non lascia adito a dubbi. L’occupazione militare della Cisgiordania, la colonizzazione, le violenze e le intimidazioni contro i palestinesi, sono tutte tessere di un puzzle in cui lo stato israeliano gioca un ruolo centrale e di cui tutti i suoi dirigenti politici, per quanto possano negare, sono al corrente e sono responsabili.
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