La mia Moldavia portata in Italia

La presenza moldava in Italia ha una storia recente rispetto a quella di molte altre collettività immigrate e, anche per questo – come dice il rapporto della Fondazione Migrantes della Caritas – “è ancora poco conosciuta sia nelle sue dimensioni quantitative che nei suoi percorsi di confronto, interazione e scambio con la società italiana”.

“L’inizio dell’immigrazione moldava in Italia viene generalmente ricondotto alla fine degli anni ’90, quando la crisi economica e gli elevati tassi di disoccupazione da un lato e la fase di profonda transizione politica dall’altro, hanno fatto dell’emigrazione un fenomeno sociale di crescente rilevanza per la Moldova.

L’Italia, insieme al Portogallo, alla Grecia e alla Spagna, si afferma già in quegli anni come una delle destinazioni principali dei moldavi che prendono la via dell’estero preferendo i territori dell’Unione Europea alla Russia, all’Ucraina o alla Romania, altre importanti mete dei flussi migratori in uscita dal Paese, come anche Israele e la Turchia”. Nel 1999 in Moldova fu raggiunto il massimo livello della povertà, con 100.000 lavoratori all’estero. In Italia nel 2001 sono stati messi in regola circa 4500 moldavi.

I moldavi in Italia

Molto spesso per gli italiani noi moldavi siamo solo badanti, colf, e operai. Ma ci sono anche altri moldavi dottori, traduttori, e anche imprenditori; in più il premio per il miglior romanzo straniero del 2012 e stato ricevuto da un autore moldavo. Per troppi i moldavi sono anche delinquenti, ma il Centro Studi e Ricerche Idos, che riunisce i dati del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, ha recentemente presentato un’indagine, condotta insieme all’agenzia Redattore Sociale, dedicata specificatamente a focalizzare meglio il rapporto tra immigrazione e criminalità, e ha osservato che l’aumento dell’immigrazione non corrisponde a un parallelo aumento della criminalità, e che i migranti regolari presentano un tasso di criminalità analogo in confronto a quello degli italiani. Questi dati parlano anche di moldavi, i quali, occupano un posto abbastanza basso sulla scala di carcerati stranieri in Italia.

Tanti italiani non distinguono i moldavi dai rumeni, non sanno che noi esistiamo come Stato indipendente e che abbiamo una nostra cultura e le nostre tradizioni. Per me la Moldavia è la mia patria, il mio paese da sogno, la mia terra. Ogni volta che vado a casa mi faccio sempre la stessa domanda: perchè non resto qui? Perchè non posso vivere nel mio paese che tanto amo?

E la risposta che mi do è che ormai l’Italia è la mia seconda casa e che senza di lei in questo momento non potrei sopravvivere. Quello che mi fa andare avanti sono i ricordi dei bei momenti passati lì, insieme alla persone care. Lascio indietro le amicizie, i parenti, i ricordi e torno…Con il cuore capisco che lì è rimasta la mia terra, ma torno alla vita, alla mia nuova vita!

Per comprendere a fondo la gente moldava la si deve osservare con una lente speciale: al di là delle apparenze. Innanzitutto il moldavo è ospitale e disponibile verso lo straniero e prova una sincera soddisfazione nel viziare l’ospite, facendolo sentire a proprio agio e, per onorarlo è pronto ad offrirgli anche quel poco che ha. Magari soltanto un bicchiere di vino… Così sono i miei moldavi… Così sono anche io… Con il cuore lì, ma con tutta me stessa in Italia.

Qui è dove siamo. Più di 100.000 moldavi qui abbiamo iniziato un’altra vita e qui i nostri bambini vanno a scuola, si sposano e creano la loro vita. Nella vita prendiamo delle strade che ci possono portare in tanti posti e succede che facciamo un lavoro che non abbiamo mai pensato di fare. Per essere tutti in armonia, dobbiamo rispettarci a vicenda, indipendentemente dalla nostra nazionalità; moldavi, italiani o nigeriani, solo così possiamo andare avanti in pace e serenità.

Aliona Purci

Photo by Sasha Pleshco on Unsplash

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