La grecizzazione del nostro futuro
Questo post arriva da Chediestonorda, una sigla che rivendica davanti al tribunale dell’Aia il possesso del dominio https://www.anordestdiche.com. Nell’attesa che la Corte dirima la questione e diffidando di chiunque abbia più di 30 anni (quindi anche di me stesso) pubblico, per par condicio, questo post, pur non condividendone lo spirito anarco-decostruttivo e le prospettive catastrofiche che confliggono con la policy del gruppo Scr per cui normalmente scrivo.
E’ un po’ che penso a questo concetto che mi ronza in testa: l’idea, di scrivere sul processo di progressiva grecizzazione del nostro Paese. E non parlo tanto del Paese reale quanto delle nostre teste, del processo progressivo che porta ad immaginare il nostro futuro senza un lavoro sicuro, senza una pensione e senza una certezza di vita che ci venga offerta dallo Stato.
E’ un po’ che penso a queste cose senza decidermi realmente a scriverle, ma poi stamane ho visto le foto di Michelle Obama nell’orto, sentito le parole del presidente Monti che non tira a campare (ma noi sì…beato lui) e allora mi sono detto che forse era giunta l’ora…
Che articolo 18 o articolo non 18 (un problema dal lato pratico statisticamente irrilevante ma principiamente non rinunciabile) stiamo parlando del poco e/o del nulla.
Che tanto il problema è che di lavoro, in questo anno 2012 di lavoro ce ne sarà meno e che a giugno arriva una botta di tasse da paura e che l’unico modo di risparmiare – che sarebbe tagliare nel settore pubblico (e ce ne sarebbe, lì sì, senza toccare i servizi) – nessuno l’ha contemplato.
Che il vero e unico problema è la politica finanziaria della destra europea francese e tedesca che sta costringendo alcuni popoli (greci, portoghesi, e poi chissà noi) alla fame…Cose per le quali una volta serviva una guerra insomma..che se ne uscirebbe solo con un progetto nuovo, con investimenti nuovi, non certo con i tagli a progetti (poltitici e di vita) vecchi.
E allora da mesi, da anni ormai, inizi a fare progetti di downshifting dal nulla, di crociere nei mari del sud come skipper, o agricoltore nel tuo terrazzo. Inizi a immaginare come sarà vivere con meno ed ecco che ti viene da pensare a cosa sono le cose che vuoi tenere e quelle che vuoi buttare.
Quelle che vuoi tenere e quelle che vuoi buttare. Come se domani finisse il mondo, cadesse un meteorite e dovessi decidere dove dirigerti…E tu, che sei cresciuto nell’idea globale dell’inseguimento del tuo successo,ti ritrovi a pensare proprio a questo: a quello che vuoi tenere e quello che vuoi buttare.
Come se non ci fosse un domani. Che magari ci sarà, ma non ci metteresti la mano sul fuoco. A pensare alle persone care, a quelle che ti fanno star bene. Alle cose importanti e a quelle meno. A quelle che vuoi tenere e a quelle che vuoi buttare…
Vedi vedi che in fondo in fondo, sta grecizzazione...
(chediestnorda)