La cancelliera va in vacanza
Vista sull’Ortles/Ortler e sui prati alpini ai piedi del Gran Zebrù/Koenigsspitze, nel cuore altoatesino del parco dello Stelvio/Stilfs. Da quattro anni è qui, nel paesino di Solda/Sulden, a 1.907 metri di quota, che la cancelliera tedesca Angela Merkel trascorre parte delle sue vacanze estive. Dal 31 luglio prossimo e per una settimana la Merkel farà del Sudtirolo la cornice ideale per ricaricare le batterie e recuperare le energie prima di tornare agli impegni istituzionali in terra germanica.
Del tutto rilassanti le ferie della Merkel però non sempre lo sono state. Le misure di sicurezza previste dalla Questura di Bolzano a tutela dell’illustre ospite della provincia autonoma si sono infatti intensificate dallo scorso anno, quando scattò l’allarme per un possibile attentato di matrice neonazista che avrebbe avuto la propria base nel meranese. Le indagini della Digos altoatesina rivelarono tuttavia l’inconsistenza del piano, risalente in verità a molti anni addietro e mai tentato concretamente.
Solda/Sulden è un luogo molto amato anche da Reinhold Messner. L’alpinista vi ha infatti collocato uno dei suoi cinque musei della montagna (Messner Mountain Museum) altrimenti disseminati in tutto l’Alto Adige/Suedtirol, e vi ha portato un gruppo di yak, bovini originari dell’Himalaya, dei quali ogni anno Messner guida la transumanza, in un rito che attira centinaia di turisti e curiosi.
Qui la Merkel avrà una scelta vastissima di sentieri da percorrere e attività da praticare. In fondo al paese c’è il celebre “Bagno degli orsi”, percorso all’aperto dove, con i piedi e le gambe nell’acqua gelida, mettere in atto le pratiche salutiste di riattivazione della circolazione che prendono il nome del padre germanico Sebastian Kneipp. Dall’area attrezzata con capanne di legno e vasche di roccia, uno dei sentieri più mozzafiato conduce fino al ponte sospeso con vista sull’Ortles.
Più in basso, il paesino di Trafoi (1.543 metri, tra le altre cose città natale del campione mondiale di sci alpino Gustav Thoeni) ospita il museo dedicato alla fauna del parco dello Stelvio. Anche qui non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sul lato della valle su cui s’inerpicano i 48 tornanti del passo che conduce nella lombarda Valtellina a pochi chilometri dal confine svizzero, si ripercorre uno dei sentieri usati dai soldati per i rifornimenti durante la Grande Guerra. Meno erto il percorso che conduce al suggestivo santuario Tre Fontane, dove si narra che fin dall’antichità i druidi venissero per passare le consegne ai loro novizi. L’odierno santuario fu eretto nel 1229, dopo che un pastore vide sgorgare da una roccia tre piccoli corsi d’acqua, da cui uscirono anche tre croci. Il pastore riuscì ad afferrarne due, mentre la terza scivolò via. Le due croci sono state quindi donate alle parrocchie di Stelvio e Müstair nel cantone svizzero dei Grigioni.
Silvia Fabbi