La bancarotta della contea di Jefferson. Se l’Italia sta male gli USA non se la passano molto meglio

In questi giorni di cambiamento, e per alcuni di speranza, in Italia non ho potuto fare a meno di leggere le copertine di alcune importanti riviste americane. Quella che mi ha più colpito è sicuramente la versione europea del settimanale  Time, che in copertina, definisce l’Italia come l’economia più pericolosa del mondo.

Secondo me si sta un po’ esagerando, dal mio punto di vista l’Italia è sicuramente, tra le grandi d’Europa la più debole e facilmente attaccabile, ecco perché c’è stato tutto questo accanimento contro il nostro Stato, che ora si trova in una posizione molto difficile. Sembra quasi che siamo noi il più grande problema al momento, ma non credo sia così. Il nostro debito pubblico sarà anche alto, ma come debito privato siamo tra i paesi messi meglio al mondo, senza contare che il popolo italiano è sicuramente mediamente benestante. Diciamo che è facile prendersela con i più deboli e comunque, cambio di governance o meno, se vorranno far dell’Italia la nuova Grecia lo faranno senza alcun problema.

Detto questo vorrei soffermarmi su quello che sta accadendo negli Stati Uniti, che non sono messi molto bene da quanto vedo e capisco guardandomi intorno. Il loro debito pubblico, per quanto non sia il 120% del Pil è comunque il più alto al mondo, o come qualche investitore dice, il più alto nella storia del mondo. Senza contare l’indebitamento privato (mutui sub-prime, vi ricorda qualcosa?). In pratica qua chiedere un prestito è la cosa più normale del mondo, si indebitano per qualsiasi cosa, dalla macchina, all’università, alla casa.

La settimana scorsa è successo un fatto abbastanza rilevante, che, credo, sia passato abbastanza inosservato, se non altro in Italia. La contea di Jefferson, in Alabama ha dichiarato bancarotta, in pratica negli Stati Uniti le contee possono emettere delle obbligazioni, un po’ come i nostrani BOT o CCT, per finanziarsi. Naturalmente non hanno bisogno di decine di miliardi di dollari, ma nel caso della contea di Jefferson stiamo parlando di una cifra che si aggira attorno ai 4 miliardi di dollari, una briciola diciamo. Il problema è che ci sono altre contee con i conti non proprio a posto per non parlare degli stati veri e propri, si sa da tempo che ad esempio anche la California ha problemi di ‘conti’, e la California non è certo una briciola. Quindi cerchiamo un po’ di non farci incantare troppo da quello che ci dicono, l’Italia non sarà certo messa benissimo, ma è in buonissima compagnia.

In queste settimane è partita negli Stati Uniti un’altra iniziativa. Molte persone stanno spostando i propri con dalle banche così dette ‘too big to fail’ (troppo grandi per fallire) a banche locali, comparabili alle nostre banche di credito cooperativo. Sabato scorso infatti c’è stato il Bank Transfer Day, dove circa 650000 persone hanno trasferito i propri conti per un valore totale di circa 4,5 miliardi di dollari. Parliamo ancora di poca roba, però può essere vista come una iniziativa positiva, da statuto infatti questo tipo di banche reinvestono nel territorio il loro capitale e sicuramente possono portare ad una economia più sostenibile rispetto a quella odierna.

Davide Dal Cengio

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