Kythira, la perla selvaggia e slow delle Ionie
Sono due le cose da tenere a mente per chi volesse raggiungere l’isola di Kythira, uno scrigno defilato dell’Arcipelago delle Ionie: non esistono collegamenti aerei diretti dall’Italia e le agenzie di viaggio che la includono nei loro pacchetti vacanze si contano letteralmente sulle dita di una mano.
Perché Kythira è così, lontana dalle rotte turistiche, posizionata al largo del Peloponneso, protetta idealmente dalle maestose penisole del Mani e di Capo Malea e lambita dal Mar Egeo e dal Mare di Creta. I cultori della Grecia autentica e genuina di un tempo troveranno nell’isola che diede i natali alla dea Afrodite un approdo sicuro.
Come raggiungere Kythira da Atene
Da Atene, Kythira è raggiungibile tramite voli interni effettuati da Sky Express ed Olympic Air, con frequenze quasi giornaliere. Per chi invece predilige la navigazione, sappia che i traghetti partono dal porto del Pireo due volte a settimana.
Ugualmente via nave si raggiunge l’isola da due porti del Peloponneso: Neapolis, con una cadenza di sei volte a settimana e Gythio, con partenze bisettimanali.
La presenza turistica mordi e fuggi, appannaggio di quelle destinazioni raggiunte agilmente da voli diretti e charter, non è materia di interesse qui. E questo permette al viaggiatore che la include nel proprio itinerario di scoprirne i suoi antichi borghi, l’ospitalità e le tradizioni tipiche delle comunità scevre dal turismo di massa, la cucina locale, povera e ricercata a un tempo, le incantevoli insenature ed una diversità di paesaggi davvero notevole.
Il borgo di Chora
Situato nell’estremo sud di Kythira, il capoluogo ne condivide il nome, ma è noto ai locali come Chora (e così lo leggerete sui cartelli stradali), appellativo generico con cui i greci, solitamente, identificano l’insediamento principale di un’isola.
In posizione dominante sulla scenografica doppia baia di Kapsali e sull’aspro isolotto disabitato di Chytra, rinominato Avgó (uovo) dagli isolani, Chora colpisce per il suo dedalo di vie che profumano di erbe aromatiche, per le eleganti bouganville che contornano i balconi delle sue bianche case in stile cicladico e per l’imponente fortezza veneziana, testimone silenziosa dei tempi in cui la Serenissima Repubblica governava buona parte del Mediterraneo ed appellava questo suo dominio col nome di Cerigo.
Isola di Kythira: il capoluogo Chora. Foto di Ashley Frazza
Come muoversi sull’isola
Per poter esplorare comodamente Kythira, prendete in considerazione l’idea di noleggiare un’auto, poiché il servizio di trasporto pubblico locale copre solo alcune zone come il porto ed alcuni villaggi, quando disponibile. Un punto di partenza ideale per raggiungere le varie località dell’entroterra e della costa è il pittoresco villaggio di Aroniàdika, grazie alla sua posizione semi-centrale e alla principale arteria stradale dell’isola che lo attraversa per la sua interezza.
I villaggi e le spiagge del Nord
La parte nord, inframezzata da pini e cipressi verso ovest e aspra all’estremità orientale, è un invito al viaggio. La cittadella bizantina di Paleòchora, letteralmente “Vecchio Capoluogo”, pare cristallizzata nel tempo ed è di una bellezza disarmante, mentre la gola di Kakià Lagàda che precipita impunemente nel grande blu dell’Egeo e indugia sulle estreme propaggini del Peloponneso è un luogo perfetto per gli amanti del trekking.
I villaggi più caratteristici in questa porzione dell’isola sono Potamòs – dove merita proprio una sosta il ristorante Panàretos – e Karavàs, quest’ultimo noto in tutta l’isola per il suo panificio tradizionale, che porta lo stesso nome del borgo. Le spiagge più battute, ognuna con una distesa di sabbia dalle tonalità più differenti di grigio, sono quelle di Agìa Pelagìa, Fourni, Platìa Ammos, Àgios Nikòlaos e Routsounas; alcune attrezzate, altre completamente libere.
Il centro: mulini e archeologia
Il centro dell’isola presenta una buona varietà di villaggi tradizionali come Mylopòtamos, famoso per i suoi antichi mulini ad acqua e per i suoi platani secolari (segnarsi: Taverna Plàtanos) e Mitàta (Taverna Michalis), siti archeologici commoventi e dalle reminiscenze veneziane (Kato Chora) e spiagge che non necessitano di descrizioni, come la caraibica Diakòfti a est, peraltro porto principale dell’isola e le appartate Limnionas e Kalami a ovest, entrambe non attrezzate e raggiungibili più o meno facilmente, a patto che non soffriate troppo di vertigini.
Il versante Sud
Scendendo verso Sud, si impone una deviazione verso il minuscolo villaggio di Fràtsia, il cui ristorante gourmet Familia è noto anche al di fuori dei confini insulari. A sorprendere sono i suoi piatti dal puro sapore mediterraneo, elaborati dosando sapientemente gli eccellenti ingredienti del territorio. Si procede per il borgo di passaggio di Livàdi, col lungo ponte di Katouni poco lontano (XIX secolo), il villaggetto agreste di Kalamos ed infine l’incantevole porticciolo di pescatori di Avlémonas, che con la sua dadolata di case dipinte con le tipiche cromie cicladiche (il bianco e il blu) abbacina il visitatore.
Isola di Kythira: il borgo di Avlémonas. Foto di Ashley Frazza
Alcune tra le spiagge e le insenature di questo ampio versante sono famose per la loro lunghezza; fra tutte Paleòpoli, la più estesa dell’isola e attrezzata in minima parte, seguita dalla lunga e stretta Firì Ammos. Degne di nota, inoltre, sono la spiaggia di Komponada, raggiungibile tramite una carrozzabile da cartolina, la piccola Chalkos dalle acque cristalline, Kaladi, famosa per i suoi cento e più gradini in pietra che necessitano per raggiungerla e per il suo scoglio a dividerne le due baie ed infine Melidoni, con piacevole vista dell’isolotto disabitato di Chytra.
Sentieri “sigà sigà”
Infine, per gli amanti del movimento Slow, non si può non consigliare di percorrere “sigà sigà” (piano piano) gli undici sentieri dell’isola, portati a nuova vita grazie al progetto Kythera Trails, voluto fortemente dalla municipalità di Kythira e nato in seno al più ampio progetto Paths of Greece, il cui scopo ultimo è di rendere la Grecia una delle 10 destinazioni escursionistiche del mondo.
In copertina: isola di Kythira, la spiaggia di Diakofti. Foto di Ashley Frazza