Istanbul dalla A alla Z: dolmus

DOLMUŞ/IL MINIBUS SEMPRE PIENO

Molte guide vi consiglieranno un viaggio in traghetto per ammirare i magnifici palazzi che si affacciano sul Bosforo. In effetti ne vale la pena, soprattutto all’imbrunire. Quello che le guide non dicono è l’affascinate esperienza di un viggio in dolmuş. Dolmuş significa “riempito”: si tratta di un piccolo bus che funge da taxi collettivo che partr solo quando è pieno e percorre sempre lo stesso tragitto.

Ogni guidatore ne fa il suo piccolo serraglio: rosari di perle per il corano pendono dallo specchietto retrovisore, tapezzeria leopardata ricopre i sedili, sciarpa del Galatasaray o del Trabson Sport ed una grande scritta “Allah kurusun” “che dio (mi) protegga” sul cofano. La prima volta che sono salito su un Dolmus non volevo proprio salirci: cervavo di arrivare ad Aksaray e per caso vedo un ragazzone che gridava con voce roca “Aksaraya-aksaraya-aksaraya!” (in italiano “Per-aksaray-per-aksaray-per-aksaray”) e con un gesto mi indica di salire su un pulmino giallo con una scritta luminosa in plastica “Aksaray” su parabrezza. Il ragazzone dalla voce roca resta al capolinea e raccoglie i clienti mentre l’autista si gode un te o finisce la sigaretta.

Poi improvvisamente il Dolmus è pieno e l’autista mette in moto! Un buon viaggio in dolmus è un lavoro collettivo: appena siete partiti qualcuno vi batte sulla spalla pogendovi due spiccioli da passare avanti al guidatore. Il guidatore, a sua volta, mentre impreca nel traffico, riceve le monete e da il resto tenuto conto del tragitto. Contemporaneamente suona ai passanti che affollano i marciapiedi e le fermate dell’autobs attirando l’attenzione di possibili clienti per riempire ancora di più quel suo bazar su quattro ruote.

Anche i taxi (in turco taksi) strombazzano per accalappiare clienti: quando vado a fare jogging c’é  sempre qualche taxista che mi suona alle spalle e rallenta facendomi dei gesti. Non credo che voglia appositamante farmi cadere nella tentazione di smettere di fare sport, piuttosto pensa che io stia correndo perchè devo andare veloce da qualche parte. In ogni caso taxi o dolmuş tenetevi ben stretti alle maniglie. Visto che le fermate non sono programmate, per scendere i passeggeri gridano “inecek var” (lett. c’é una persona che scende) e il pulmino pazzo si butta sulla destra aprendo la porta scorrevole automatica.

Nicola Brocca

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