“Il rapimento dei figli dei desaparecidos faceva parte di un piano di annientamento”

No, quella di ieri sera non è una sentenza come le altre, anche se le condanne dovrebbero essere molto di più. Perché il rapimento di bambini durante la dittatura è un caso simbolo. Da quel crimine nacquero le Abuelas de Plaza de mayo che da allora non hanno mai smesso di scendere in piazza e reclamare la verità.

I militari non hanno mai negato l’esistenza di questo reato, ma per loro si trattava solo episodi isolati. La notizia più importante nel processo concluso ieri è che il crimine fu commesso “nel solco di un piano generale di annientamento di una parte della popolazione civile”. Quindi, un piano sistematico. E’ la prima volta che questo viene detto. In questo modo, la giustizia conferma quello che le Abuelas e altri organismi difensori di diritti umani hanno sempre denunciato: che si tratta di un piano orchestrato in modo verticale e così oltre agli inediti 50 anni a Videla, sono state condannati otto personaggi, fra cui Reynaldo Bignone, Santiago Riveros, Antonio Vañek e Jorge Acosta, detto “El Tigre” e Juan Antonio Azic. Quest’ultimo, condannato a 14 anni, fu protagonista di un episodio difficile da imaginare, giudicato in altro processo. Mentre teneva dal tallone un bebe di solo 20 giorni di vita, minacciò ul padre Carlos Lordkipanidse di uccidere suo figlio contro il pavimento se non parlava. Non solo: appoggiò il neonato sul petto del padre mentre quest’ultimo veniva torturato. Curioso modo di avere cura dei bambini, avevano questi militari.

Ma il rapimento di bambini era solo un modo per risolvere problemi di infertilità di molti genitori? Non tanto, l’idea era anche che questi crescessero in un ambiente cristiano e lontano delle idee della “subversión” che potevano inculcare ai bambini se fossero cresciuti con la famiglia d’origine.

Si calcola che oggi ci siano circa 400 bambini che devono ancora essere trovati e recuperare la loro identità. Quindi, la strada da fare è ancor lunga. Molte nonne, nonostante la loro avanzata età, hanno ancora la speranza di conoscere i loro nipoti anche un giorno prima di morire. Questi nipotini, oggi sono uomini cresciuti nell’ambito di una bugia: hanno cambiato il loro nome.

Per questo ieri il Tribunale Orale Federale numero 6 ha deciso anche la rettifica delle dichiarazioni di nascita. Qualcosa di valore tanto pratico come simbolico. “E’ una giornata memorabile per l’Argentina e per tutto il mondo civilizzato, consapevole che in Paese dove non c’è giustizia, non ci può essere democrazia. E qua la stiamo facendo”, ha detto Estela de Carlotto, storica leader delle Abuelas de Plaza de Mayo.

Le pene più basse sono state comminate agli autori diretti del crimine, ovvero coloro che hanno cresciuti i bambini. Victor Gallo (15 anni) e la sua ex moglio Susana Colomb (5 anni), accussati per l’appropiazione di Francisco Madariaga. Il fatto fa ricordare il film di Luis Puenzo “La historia oficial”, che fu la prima pellicola a vincere un Oscar come miglior film straniero.

A volte le dichiarazione dei militari si possono ascoltare solo a stomaco vuoto. Come quella di Videla: “Tutte le partorienti, che rispetto come madri, erano attive macchine del terrorismo e molte di esse usarono i loro figli non ancora nati come scudi umani al momento di combattere”. I giudici ieri hanno detto altro; è anche per questo che l’ex dittatore morirà in carcere.

Gustavo Claros

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