Il femminismo de "Le mille e una notte"
Spesso “Le Mille e una notte” (titolo originale in arabo: Alf laila wa laila) viene vista come una storia d’avventura, dai posti mistici e magici nella lontana Persia. Piena di damigelle, emiri, cavalieri che destreggiano i migliori destrieri , lampade magiche e velieri che solcano i sette mari . Tutto questo avvolto da un’ aura profumata di sandalo e mirra che magicamente ti trasporta su un tappeto volante a fluttuare negli incantati racconti di Shahrazad e il suo sultano Shahrayar.
La Storia
C’era una volta un sultano di nome Shahrayar , che era innamoratissimo della sua moglie e durante un suo viaggio venne a scoprire della infedeltà della sua regina ordinando così la sua decapitazione. Questo grande dolore ha innescato in lui una grande ira e a causa di questo, si era promesso che ogni sera avrebbe preso in sposa una vergine con lo scopo di decapitarla la mattina successiva. Dopo pochi anni, tutte le donne del regno del sultano o si erano trasferite lontano o erano state uccise sotto i suoi ordini. Nessuna donna era più rimasta come sposa tranne Shahrazad e Dinarzade, le figlie del visir del regno .
Shahrazad , la figlia maggiore, era una ragazza dalla cultura molto vasta. Era una appassionata di storia, poesia, filosofia, arte e le scienze. Era famosa per la sua gentilezza e il suo bel comportamento, cosi decise da un giorno all’altro, contro la volontà del suo padre di sfidare il sultano Shahrayar e presentarsi come sposa. La notte del loro matrimonio, Shahrazad aveva incaricato alla sorella di suggerire al sultano di ascoltare una storia prima di addormentasi e cosi successe. Shahrayar era rimasto ammagliato dal racconto avventuroso di Shahrazad, ma al sorgere del sole la neo sposa interrompe il racconto: la storia non è finita. Il sultano chiese di finire la storia, ma Shahrazad astutamente rispose che non c’era più tempo, perché era quasi l’alba ed era giunta l’ ora della sua decapitazione. Ha aggiunto che le dispiaceva perché il racconto non era terminato e che la storia successiva era ancora più emozionante.
La curiosità stimolata nel sultano fu cosi grande, che il giorno successivo diede ordine di sospendere l’esecuzione alla neo regina solo per poter sentire il resto della storia più tardi, quella notte. Questa strategia di attesa continuò per mille notti. Shahrazad continuò a narrare al suo marito una nuova storia ogni sera, ma fermandosi poco prima dell’alba cosi lui costretto a tenerla in vita. Alla fine delle mille e una notte i racconti ebbero fine e Shahrazad confessò di avere terminato il suo piano. Il sultano fu colpito dalla sua intelligenza e la perdonò perché era riuscita a cambiare il mostro che era diventato e far tornare al sultano amoroso e buono che era.
Simbolo di femminismo
Tuttavia non è soltanto questo quello che caratterizza questo racconto, la chiave di lettura è ben altro. Il personaggio della regina Shahrazad da molte studiose femministe, viene interpretato come una delle più grandi strateghe femminili di tutti i tempi. Anche se il sultano originariamente venne descritto come il re supremo che comanda la vita e la morte dei suoi sudditi, cade facilmente vittima di un semplice ma audace e astuta donna. Per suscitare la curiosità del suo sultano, Shahrazad tramite i suoi racconti è stata in grado di modificare e cancellare i lati negativi del suo carattere e far emergere il bello che cera in lui.
Fonte d’ispirazione
Inoltre il personaggio di Shahrazad nella storia è stato anche una fonte di ispirazioni, leggende popolari, balletti e sinfonie. Come nel caso del famoso compositore russo Rimsky Korsakov che nel 1888 compose questa suite orchestrale basata sul libro delle mille e una notte.
Fatima Abbadi