Hangzhou e la “golden week” d’ottobre. Diario cinese / 2

Prosegue con la seconda puntata il racconto di Silvia La Mura sulla sua avventura cinese: un anno da insegnante nello Zhejiang. Qui la prima puntata introduttiva del diario cinese.

Se uno si ferma a riflettere, noi italiani spesso ci lamentiamo di non essere un vero paese laico, di essere una succursale del Vaticano, etc… Ma voi ci pensate ai popoli che vivono in paesi come la Cina? Sto parlando a livello di festività e vacanze, ovviamente, il discorso libertà e diritti lo lasciamo a chi pensa più profondamente. Dicevo, per noi cattolici più o meno convinti è una pacchia! Abbiamo un sacco di giorni liberi con la scusa del Natale, Befana, Pasqua, patroni vari, Assunzione e così via. Se dovessimo aspettare solo le festività di Stato saremmo a lavoro praticamente tutti i giorni! Per i cinesi, invece, questo calendario di angosciante stacanovismo è la regola, non ne sono di certo felici ma così vuole il Partito e quindi si obbedisce.

Il povero lavoratore-schiavo ha però diritto a due magiche settimane all’anno in cui “rilassarsi”, le cosiddette “golden week” (黄金周). In realtà per tantissimi cinesi queste “golden week” sono l’opportunità di fare ulteriori straordinari e magari velocizzare l’arrivo del giorno in cui finiranno di pagare i carissimi mutui sulla casa, mentre per tutti gli altri inizia l’esodo. Esodo, non ci sono altre parole per descrivere la follia di questi giorni. Tutti prenotano il viaggio con mesi di anticipo, per cui trovare un posto libero su un autobus, treno, o persino carretto è praticamente impossibile. Le autostrade sono intasate e si procede a passo di bradipo infiacchito, la gente sembra impazzita, nelle città turistiche è impossibile muoversi. Non è una esagerazione, uscire per strada è come stare costantemente in prima fila ad un concerto dei Rammstein nel momento del “pogo” brutale. Ogni passo costa fatica, moooolta fatica, e nei tram è difficile persino respirare. Fatte queste premesse, noi abbiamo deciso di sfidare la massa umana, e regalarci una vacanza ad Hangzhou, capitale dello Zhejiang, regione nella quale lavoravamo. L’avventura ci ha stancato più dei 10 giorni di lavoro consecutivo da cui volevamo prendere una pausa, ma i posti che abbiamo visto, soprattutto quelli leggermente più solitari, sono stati impagabili.

  • Hangzhou, il Lago dell'Ovest di notte

Hangzhou, insieme a Suzhou, è considerata una delle più belle “città d’acqua” della Cina. Si trova sulla foce del fiume Qiantang, e il cuore della città, così come praticamente tutte le sue attrazioni principali, si trovano distribuite intorno al Lago dell’Ovest (西湖). Hangzhou è comunque molto moderna, nella zona del centro sono stipate le boutique di qualsiasi grande firma, da Gucci ad Armani, ed è servitissima per quanto riguarda i trasporti. Tra metropolitana e autobus si arriva davvero ovunque. Inoltre, cosa che abbiamo apprezzato grandemente, la segnaletica stradale e le mappe, a differenza di Shanghai (sì, proprio dell’occidentalissima Shanghai) sono chiare, comprensibili e in doppia lingua cinese-inglese.

Per il nostro breve tour avevamo selezionato solo alcune attrazioni, ben poche rispetto a quelle che avremmo voluto visitare, ma ricordate l’effetto “pogo brutale”? Beh abbiamo dovuto ridimensionare il programma dopo aver constatato che la leggenda della massa umana era una triste realtà. Tra le meraviglie di Hangzhou che siamo effettivamente riusciti a visitare, il primo posto spetta al famosissimo, se siete cinesi, Lago dell’Ovest, origine ed ambientazione di innumerevoli leggende. Il Lago dell’Ovest è davvero meraviglioso. Con buona volontà, passo spedito e gambe che reggono, si può fare l’intero giro a piedi e, credetemi, ne vale la pena (anche perché i turisti cinesi preferiscono i tour in autobus per cui camminando sarete più “soli”). Ogni insenatura è coperta da tappeti di fiori di loto enormi, tutt’intorno ci sono poi parchi deliziosi pieni di fiori e adombrati da foreste di salici, ponti e ponticelli in pietra, e isolette e sculture varie.

  • Tre specchi d'acqua che riflettono la luna, Hangzhou

Noi ne abbiamo approfittato per fare un giro in barca al tramonto e raggiungere l’isola centrale da cui si può vedere una delle attrazioni più famose della Cina (ritratta pure dietro alle banconote da 1 yuan), ovvero i “Tre Specchi d’Acqua che Riflettono la Luna” (三潭印月). Ecco, preparatevi all’infinità di curiosi e lunghissimi nomi cinesi che, idealmente, dovrebbero conferire poesia ma, una volta tradotti, assomigliano più a quelle chilometriche parole tedesche che richiedono resistenza e polmoni d’atleta per essere pronunciate fino in fondo. In questo caso, il nome si riferisce alle tre piccole pagode che si trovano in mezzo al lago e che vengono trasformate in lanterne durante il festival d’autunno. L’isoletta dalla quale si possono ammirare ha inoltre una forma davvero peculiare: un cerchio di rocce al cui interno sono state messe due lunghe passerelle a forma di X che la dividono in 4 piccoli laghetti.

Dopo una cena in cui ci siamo ingozzati di “dumplings” senza ritegno e come se non ci fosse un domani, abbiamo fatto i nobili e ci siamo regalati una serata a teatro, per assistere a quello che, ad oggi, detiene il primato dello spettacolo più incredibile e abbagliante che io abbia mai visto! Una zona del lago più isolata è adibita a palcoscenico per un’opera-balletto basata sulle leggende della città. Il palco è situato alcuni centimetri sott’acqua e quindi i ballerini sembrano danzare sulla superficie del lago, creando un effetto magico tra luci, giochi d’acqua e ballo. Per dettagli e info pratiche vi rimando al loro sito, dove ci sono anche i video. Se siete a Hangzhou andate a vederlo! È piaciuto pure a Giacomo che faceva lo scettico.

  • Spettacolo sul lago, Hangzhou

Silvia La Mura
At the end of the rainbow

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