Gli orti di Bologna sul grande schermo
Martedì 9 ottobre al Tpo di Bologna una serata di documentari e cinema dedicata alle nuove cittadinanze e ai protagonisti di un risveglio critico che cambia gli stili di vita. Nell’appuntamento del TTFF anche È il tempo delle zucchine, dedicato agli orti sotto le Due Torri. Mercoledì 10 ottobre Gabriele Del Grande, giornalista esperto di migrazioni, è ospite alla Cineteca.
I campi terrazzati del vicentino, recuperati dopo anni di abbandono da un gruppo di persone dalle provenienze più disparate ma accomunate dalla volontà di creare un futuro diverso per sé e le proprie famiglie. Il giovane Peng, migrante cinese ossessionato dal filmare se stesso. Ma anche le molteplici facce dell’agricoltura urbana sotto le Due Torri, praticata da chi, insieme a un fazzoletto di terra, cerca nuove relazioni con l’ambiente e le persone. Ci sono i protagonisti e le scelte di una nuova cittadinanza nei video in programma martedì 9 ottobre al Tpo di Bologna (via Casarini 17/5) nell’ambito del Terra di Tutti Film Festival, rassegna di doc e cinema dal sud del mondo organizzata dalle ong Cospe e Gvc.
Nel corso della serata (che inizia alle ore 18,00 con un aperitivo-buffet) anche un video tutto bolognese: si tratta di È il tempo delle zucchine – indagine sugli orti in città, prima opera audiovisiva prodotta dal collettivo Trame Urbane, noto aver diffuso il “guerrilla gardening” sotto le Due Torri. Una rassegna sui tanti modi di fare orto a Bologna, dove agli ormai “storici” orti comunali dei pensionati si è affiancata una molteplicità di pratiche in cui la coltivazione diventa sinonimo di cittadinanza attiva e occasione per stringere nuove relazioni al di là delle differenze di età, genere e provenienza.
Il documentario fa parte della sessione “Critical lives”, che si apre alle ore 21,30 con un altro doc ambientato in Italia: si tratta di Piccola terra, di Michele Trentini, dedicato al recupero dei campi terrazzati nella Valstagna vicentina. Tra i protagonisti di una montagna che torna a vivere dopo anni di abbandono c’è chi, con ostinazione, rimane aggrappato all’antico podere di famiglia, chi lascia il posto di operaio per ritrovare se stesso e chi, originario del Marocco, coltiva il sogno dell’integrazione per i propri figli.
Documentari e fiction animano invece la sessione delle ore 19,00, dedicata alle “Nuove cittadinanze” con alcuni video provenienti dal festival Cinemigratorio di Santander in Spagna. Il testo de “La città” di Constantin Cavafis è il fil rouge del ritorno di un migrante marocchino dalla Spagna, in La Ciudad di Gonzalo Ballester. Me llamo Peng di Victoria Molina de Carranza e Jahel Guerra Roa è invece frutto dei video amatoriali girati da un giovane migrante cinese ossessionato dalla propria immagine. Il “viaggio quantistico” di un gatto è al centro del corto d’animazione Gato encerrado di Peque Varela, mentre in La fabbrica è piena – Tragicommedia in otto atti, Irene Dionisio mette in scena una commedia beckettiana di cui sono protagonisti due senzatetto romeni e un veterano della Fiat di Torino, chiusi dentro la fabbrica in demolizione. Un matrimonio molto complicato è quello de La boda, di Marina Seresesky.
Il Terra di Tutti Film Festival continua mercoledì 10 ottobre alle ore 15,00 alla Sala Cervi della Cineteca di Bologna (via Riva di Reno, 72), con ospite il giornalista esperto di migrazioni Gabriele Del Grande per l’anteprima di un episodio di La vita che non Cie, il documentario in cui Alexandra D’Onofrio ribalta l’estetica della frontiera offrendo il punto di vista di chi subisce gli effetti della migrazione. Dall’11 al 14 ottobre, quattro giorni di proiezioni gratuite al cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65). Il programma del festival è disponibile su http://www.terradituttifilmfestival.