Giovani italiani: geni a Nord, somari a Sud. I dati dell'Ocse

Trentino, Friuli, Veneto e a ruota tutti gli altri. In ordine (quasi) rigoroso: da Nord a Sud, con fanalino di coda la Sicilia. E’ la classifica stilata dal rapporto PISA (Programme for International Student Assessement) pubblicato dall’Ocse. Ma a pensarci bene è una classifica che può valere in molti altri ambiti: occupazione, infrastrutture, possibilità per le donne, ecc.
clv_stuOgni tre anni 65 paesi dell’Ocse vengono scandagliati sul livello di preparazione dei ragazzi di 15 anni. Facile cadere nel retorico, definirli la generazione del futuro, la “classe dirigente” che verrà. Eppure è proprio così: l’Italia, pur recuperando parte del gap, rimane sotto la media dei paesi Ocse.
Il risultato, però, spacca il Paese: da un lato le regioni del Nord, in cui i ragazzi eccellono nella capacità matematiche e di lettura, superando abbondantemente la media, fra i primi in Europa e sotto solo alle inarrivabili nazioni asiatiche. Dall’altro i ragazzi del Sud, che arrancano ben al di sotto della media, trascinando il risultato dell’intera nazione.

Vedere un’Italia così divisa non può far piacere, e ci conferma come l’Italia rimane, anche ora che sta andando lenta, se non quasi all’indietro, un paese a due velocità. Ci consola intuire che il nostro sistema scolastico, seppur con tutte le difficoltà che sta vivendo, riesce ancora ad essere efficace: ci viene da pensare che non sia merito proprio del sistema, ma delle persone che lo compongono.
Fra tre anni ci sarà un’altra rilevazione: la speranza è di vedere se non colmato, ma molto diminuito il divario fra il Nord e il Sud. E partendo dai giovani si possa far tornare il Paese ad una sola velocità di marcia (leggi una testimonianza dalla Basilicata). Sperando poi di andare avanti, non indietro. Ma questo è un altro discorso.

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