Giacomo Matteotti: in mostra a Rovigo foto e documenti inediti del leader socialista e pacifista

La mostra “Giacomo Matteotti (1885 –1924). Una Storia di tutti”, ospitata a Palazzo Roncale di Rovigo fino al 7 luglio 2024, propone, per la prima volta al largo pubblico, una selezione di importanti documenti emersi dall’Archivio di Stato del capoluogo polesano.

In occasione dei 100 anni dall’assassinio del deputato e leader socialista da parte di una squadra di sicari coperti dal regime fascista, delitto di cui Benito Mussolini si assunse la responsabilità «politica, morale, storica» nel discorso alla Camera il 3 gennaio 2025, in mostra ci sono anche numerose fotografie: Matteotti in famiglia, la moglie Velia Titta e il figlio Giancarlo, la Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata dai sicari Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Matteotti, l’angolo tra il Lungotevere e via Scialoia dove l’auto dei sicari attendeva il passaggio del deputato, il ritrovamento del corpo, i funerali a Fratta Polesine.

A coordinare la ricerca delle testimonianze documentarie su Matteotti presenti nei chilometri e chilometri di faldoni custoditi nell’ex Seminario Vescovile di Rovigo, oggi sede dell’Archivio di Stato, è stata la sua direttrice, dottoressa Maria Volpato: «I documenti dell’Archivio di Stato di Rovigo, qui esposti, danno conto in maniera puntuale e significativa degli anni e delle vicende vissute da Giacomo Matteotti in Polesine, fin dalla giovinezza alla maturità non raggiunta» spiega.

La bara con il corpo di Matteotti

La bara con il corpo di Matteotti

Gli studi e gli incarichi nella politica locale

«Matteotti fu studente eccellente al Liceo Statale Celio Roccati di Rovigo. Lo conferma il registro dell’anno scolastico 1897-1898 in cui Giacomo risulta iscritto alla classe III ginnasiale con ottimi voti (media del 8/9 in tutte le materie, 10 in francese). Poi le prime esperienze politiche che lo videro amministratore locale rigoroso in ben 11 comuni del Polesine e questo in virtù del fatto che la norma consentiva allora di essere elettori ed eleggibili nei comuni in cui si possedevano proprietà immobiliari».

«Come attestano i documenti – prosegue Maria Volpato –, tra cui un prezioso biglietto autografo datato 11-9-1914, Matteotti dovette rinunciare alla carica di neo eletto sindaco del Comune di Boara Polesine  “per l’impossibilità di attendere all’alta carica con quella assiduità che solo chi abita nel proprio paese può dare… Vi assicuro fin d’ora il mio appoggio e la collaborazione più larga possibile. Perdonatemi”. Di identico tenore nell’estratto del processo verbale della seduta ordinaria relativo alla nomina del Presidente della Deputazione Provinciale è la rinuncia di Matteotti alla carica acquisita con 15 voti su n. 21 votanti».

La condanna per le posizioni pacifiste

«La Sentenza di condanna pronunciata dal pretore di Rovigo a carico di Matteotti per le frasi pronunciate al Consiglio Provinciale contro la guerra, qui esposta, gli costarono nel 1916 l’accusa di disfattismo con l’assoluzione solo in Cassazione nel 1917 (processo per grida sediziose sentenza del 31 luglio 1917) – continua la direttrice dell’Archivio di Stato di Rovigo –. Da quel momento questa posizione pacifista, aggravata dal fatto di essere schedato come socialista pericoloso, lo sottopose ad un controllo costante delle forze dell’ordine e  al richiamo alle armi presso una remota Caserma di Messina dove rimase per 3 anni, con la conseguente apertura di un fascicolo intestato a lui nel casellario politico della Questura di Rovigo».

«Da quel momento infatti, come si evince dalla documentazione in mostra riferita alla Questura di Rovigo Casellario Politico Provinciale, perfino dal 4° reggimento artiglieria da Fortezza in Sicilia alla prefettura di Rovigo, vengono date precise indicazioni di sorvegliare Matteotti in licenza a Fratta Polesine. L’indicazione è di controllare che non si dedichi ad attività politiche pena la disposizione del ritorno immediato alla propria compagnia in Sicilia».

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Giacomo Matteotti

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Giacomo Matteotti

“Matteotti Giacomo sovversivo”

«Di particolare rilievo è poi la Scheda Biografica di Matteotti Giacomo sovversivo datata 31 maggio 1919 in cui sono elencati i tratti salienti morali e fisici dell’uomo: statura metri 1,72; corporatura snella; capelli neri; fronte alta; naso lungo; occhi cerulei; espressione fisiognomica gaia; carattere vivace; portamento marziale; intelligenza molta; titoli Laureato in Giurisprudenza professione avvocato ma non esercisce, gestisce il suo patrimonio che ammonta a due milioni; contegno verso l’autorità indifferente e sprezzante; è buon oratore, è iscritto al Partito Socialista; è individuo piuttosto solitario e preferisce la compagnia di persone del suo partito; è ammogliato con Veglia con un figlio ecc».

«Sono tracce e testimonianze importanti, che contribuiscono a delineare la personalità, la vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti», ribadisce la direttrice Volpato. Che ricorda come la mostra al Roncale si avvalga, oltre che della collaborazione dell’Archivio di Stato di Rovigo anche di quella della Direzione Generale Archivi di Stato del Ministero della Cultura.

Come visitare la mostra

“Giacomo Matteotti (1885 –1924). Una Storia di tutti”, in Palazzo Roncale sino al 7 luglio, ingresso gratuito, è a cura   di Stefano Caretti con la co-curatela di Origoni Steiner architetti associati (Anna Steiner e Matteo Origoni). A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con la collaborazione della Direzione Generale Archivi – Archivio di Stato di Rovigo, della Direzione regionale Musei Veneto, del Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, della Fondazione studi storici “Filippo Turati” e il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazione del centenario della morte di Giacomo Matteotti.

 

Foto di copertina: Giacomo e Giancarlo, Fondazione di Studi Storici FIlippo Turati

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