Ganesh, il dio indù del buon auspicio
Ganpati o Ganesh è il simpatico dio indù dalle sembianze di elefante, pancia enorme e zanna spezzata, ai suoi piedi un topo, veicolo attraverso il quale si manifesta. E’ il dio del buon auspicio, capace di rimuovere gli ostacoli, risolvere i problemi e portare buona fortuna e per questo è molto amato. La sua statua è posizionata all’ingresso delle case, nei negozi, agli angoli delle strade e persino sul cruscotto delle auto, sempre contornata da fiori e incenso. Il festival, che si svolge in settembre e coincide con il suo compleanno, è una vera e propria esplosione di festeggiamenti, soprattutto in Maharashtra. Grandi statue di gesso variopinte vengono posizionate su altari pieni di fiori, cibo e incenso e per dieci giorni vengono adorate. Al termine di questi giorni, tra lanci di polvere rosa e colpi di tamburi il dio Ganesh viene abbandonato dolcemente in acqua, dove si dissolverà per ritornare poi l’anno successivo. A simboleggiare il ciclo della vita: dopo la fine, un altro inizio.
Il festival di Ganesh è una festa grande anche nei centri SAMPARC. I ragazzi allestiscono l’altare, preparano i balli e i tamburi e la loro gioia è palpabile. Come tutti gli anni, anche questa volta Ganesh è arrivato nel centro SAMPARC di Malavli accolto dai ragazzi e dallo staff. Dopo averlo deposto sull’altare tra luci e colori, il bramino ha eseguito la puja (preghiera) e poi insieme, festanti e a suon di tamburi abbiamo raggiunto il centro di Bhage dove la festa è proseguita con il pranzo. Per me il giorno di Ganesh è stato anche il giorno di un regalo speciale: le house-mothers, ovvero le donne che si prendono cura dei ragazzi, mi hanno vestita con un sari luccicante (vestito tipico) e adornata con bangles (bracciali che si portano in numero elevato e pari su entrambe le braccia). Di certo non l’ho portato con la loro stessa grazia. Muoversi come avvolte in un bozzolo non è per nulla facile ma se pur per un giorno, mi sono sentita una principessa.
Quest’anno però il festival di Ganesh è stata l’occasione di ritrovo per tutti i ragazzi che sono ormai usciti dalle strutture e sono indipendenti. Alcuni hanno un buon lavoro, altri si sono sposati, altri stanno costruendo una brillante carriera. Tra di loro ci sono Rashmi che lavora in una agenzia pubblicitaria, Raul che studia per diventare cuoco, Amit che da poco è stato assunto in un grande albergo, Eknath che tra pochi mesi si sposerà. Storie di vita intense, piene di difficoltà ma che ora stanno vivendo la loro rivincita, la loro opportunità. La conferma di tutto ciò sono i loro occhi pieni di speranza e di gioia. A parlare con loro, di quello che è stato fatto e dell’appoggio che il SAMPARC darà sempre a loro, oltre a uncle Banerjee c’è anche Anuj Singh il giovane co-direttore, responsabile operativo. Anuj ha 31 anni, una laurea MBA in Rural Management, un master in Social Work Economy e un’esperienza importante all’UNICEF dove si è specializzato in progetti di sviluppo rurale.
Mi racconta con tanto entusiasmo del suo nuovo incarico. Mi dice che ora per il SAMPARC è tempo di consolidare i progetti esistenti ma anche di aprirsi a nuovi programmi che coinvolgano soprattutto le donne e i giovani delle aree rurali intorno ai centri SAMPARC. Le responsabilità a cui deve far fronte sono molte, così come le preoccupazioni ma l’opportunità è davvero importante e lui non vuole sprecarla. Ci lasciamo con la promessa di rincontrarci di nuovo, magari tra un anno, per poter parlare dei nuovi sviluppi.
Spero che Ganesh sia davvero di buon auspicio per il SAMPARC e possa rimuovere ogni ostacolo. Buona fortuna ragazzi, buona fortuna Anuj, buona fortuna SAMPARC.
Sara Cogliati
foto di Luciano Cammelli