Flytilla, il benaltrismo di Israele
Eccola la lettera con cui oggi Israele rispedisce a casa gli attivisti di Flyttilla. Leggiamola tutta, prima di dire quello che pensiamo
“Apprezziamo la tua scelta di Israele come oggetto di preoccupazione per i diritti umani. Sappiamo che avevi molte opzioni degne.
Avresti potuto scegliere di protestare contro la barbarie quotidiana del regime siriano contro il proprio popolo, che ha provocato migliaia di morti.
Avresti potuto scegliere di protestare contro la brutale repressione del regime iraniano, dare il tuo dissenso al sostegno del terrorismo in tutto il mondo. Avresti potuto scegliere di protestare contro il governo Hamas a Gaza, dove le organizzazioni terroristiche commettono un doppio crimine di guerra lanciando razzi contro i civili e nascondendosi dietro ai civili.
Ma hai scelto di protestare contro Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente, dove c’è parità di diritti per donne, la stampa critica il governo,le organizzazioni dei diritti umani sono libere di agire, c’è libertà di culto per tutti e le minoranze non vivono nella paura.
Ti consigliamo prima di risolvere i problemi reali della zona e poi tornare in Israele per condividere con noi la tua esperienza. Buon volo”.
A parte i complimenti per il sarcasmo, doverosi, chiunque sia atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sa a quali procedure di sicurezza arbitrarie e discutibili vada incontro chi si reca in Palestina. Controllo delle foto, delle agende, dei libri…Cosa c’entrano queste cose con la sicurezza di Israele? Il controllo serrato dei confini palestinesi è o no un problema enorme per l’economia del popolo palestinese?
Certo, se prima bisogna preoccuparsi di ben altro...Chissà che diranno domani quei giornalisti che la formula del benaltrista l’hanno inventata e giustamente fustigata.