Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina: 30esima edizione online dal 20 marzo

Il FESCAAAL, Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, celebra i suoi 30 anni con un’edizione interamente (e forzatamente) online, dal 20 al 28 marzo 2021 sulla piattaforma MyMovies. Un ritorno, dopo l’annullamento causa emergenza Covid dell’edizione 2020. «Quella di quest’anno – dichiarano le direttrici artistiche Annamaria Gallone e Alessandra Speciale – sarà quindi un’edizione “speciale” che, oltre a celebrare un anniversario importante, vuole essere una riflessione sulla storia del festival e sulla sua missione iniziale: promuovere la conoscenza delle cinematografie dei tre continenti per contribuire ad accrescere la diversità culturale dell’offerta cinematografica in Italia come occasione di dialogo, innovazione e creatività».

Nato nel 1991 a Milano, il FESCAAAL è tra i più interessanti appuntamenti in Italia per guardare film di cinematografie dei paesi di tre continenti ai margini delle grandi produzioni e dunque raramente distribuiti nel nostro paese. L’edizione numero 30 propone 50 film (tra cui 22 prime italiane, 3 prima europea e 1 prima mondiale) che si potrannno fruire online su MyMovies.it (a questo link) con la sottoscrizione di un abbonamento (la formula Prisma costa 10 euro e permette di vedere tutti i film, quella Gold ne costa 30 e include la copia cartacea del catalogo e altri benefit). I dibattiti e gli eventi saranno ad accesso libero su Zoom e in streaming sui canali social del FESCAAAL.

FESCAAAL 2021, apre La nuit des rois

Film di apertura della trentesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina è La nuit des rois, del regista franco-ivoriano Philippe Lacôte, presentato in prima modniale alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia e che ha ottenuto riconoscimenti come il premio del pubblico Amplify Voices Award a Toronto 2020, il Premio della Giuria Giovani a Rotterdam 2021, e il Black Film Critics Circle Award 2021.

Girato in Costa d’Avorio nell’infernale prigione di Abidjan, la Maca, situata tra giungla e città, al confine tra natura selvaggia e civile, il film si cala nello spazio fisico e mentale di un prison movie per poi “evadere” dalla dimensione claustrofobica e trasformarsi in un grande omaggio alla tradizione orale dell’intrattenimento africano: griot, teatro, canti rituali, danza e magia. Secondo il rituale del carcere, difatti, un detenuto viene eletto a “roman” e deve riuscire a intrattenere gli altri prigionieri con i suoi racconti fino all’alba, pena la morte.

Donne sull’orlo di cambiare il mondo

Novità di questa edizione è la partecipazione del FESCAAAL al palinsesto annuale I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con l’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale, con la sezione speciale “Donne sull’orlo di cambiare il mondo”. In programma, film recenti di registe provenienti da Africa, Asia e America Latina, e una tavola rotonda per riflettere sul cinema al femminile e il suo ruolo sociale in un’ottica contemporanea e promuovere la parità di genere e il valore delle diversità.

Si tratta di un percorso inedito di auto-rappresentazione della donna sugli schermi per identificare gli elementi di novità e di rottura che il cinema indipendente extra-europeo, e in generale non occidentale, sta introducendo. Se l’industria del cinema relega ancora troppo spesso la donna a ruoli convenzionali e stereotipati, nell’ambito del cinema indipendente, più esplicitamente sociale e politico, sono spesso le donne, siano esse ribelli, oppresse o combattenti, le vere protagoniste che raccontano e denunciano.

Tra i titoli: Noura’s Dream, di Hinde Boujemaa, regista tunisina che si era già fatta notare a Venezia nel 2012 con il documentario It Was Better Tomorrow. Getta il velo della donna araba “vittima” e ritrae una donna mussulmana inedita che si batte per il diritto all’amore, anche fuori dal matrimonio, senza dover correre il rischio di essere portata davanti al tribunale (in Tunisia l’adulterio è ancora punito con la prigione).

Noura’s Dream, di Hinde Boujemaa

Noura’s Dream di Hinde Boujemaa

Dall’Arabia Saudita, la Settimana della Critica di Venezia 2019 ha presentato e premiato un altro film di grande rottura, Scales di Shahad Ameen, le cui sperimentazioni stilistiche danno vita al racconto immaginifico d’emancipazione di una ragazzina che si batte contro un rito ancestrale. La battaglia di questa trentenne di Jedda non si gioca solo sul campo della sfida al patriarcato, ma anche attraverso il dispositivo cinematografico stesso (in Arabia Saudita sono stati aperti i cinema nel 2018 dopo 35 anni di divieto).

Alla proposta cinematografica sarà abbinata anche una tavola rotonda con le registe presenti dal titolo Private spaces, global issues, contemporary visions. Come le cineaste dei tre continenti stanno cambiando la visione del mondo. La tavola rotonda, che avrà luogo online sabato 27 marzo alle 17.30, vedrà intervenire Annamaria Gallone e Alessandra Speciale (direzione artistica FESCAAAL), Farah Polato (ricercatrice Università Padova filmologia, studi interculturali e post-coloniali), Michela Occhipinti (regista e presidente della Giuria del Concorso
Lungometraggi), Beatriz Seigner (regista e membro della Giuria, che presenta al festival il suo ultimo lavoro Between Us, a Secret, Brasile); Hinde Boujemmaa (regista e membro della Giuria, Tunisia) e alcune delle registe che presentano un film al festival: Hiwot Adamasu (Etiopia), Shahad Ameen (Arabia Saudita), Marìa Paz Gonzàlez (Cile), Maryam Touzani (Marocco).

Giuria al femminile

In linea con il palinsesto dedicato ai talenti delle donne, i film in concorso quest’anno saranno giudicati da una Giuria internazionale di sole donne composta da alcuni volti emergenti del cinema mondiale: la tunisina Hinde Boujemaa (premiata nel 2019 al TFF per Le rêve de Noura); Beatriz Seigner, sceneggiatrice e regista brasiliana, vincitrice del Premio del Pubblico al FESCAAAL 2019 con Los silencios (film selezionato e premiato nel 2019 in più di venti festival internazionali tra cui Cannes) e presieduta da Michela Occhipinti (Presidente), prima regista italiana ad aver girato un film in Africa con una donna africana come protagonista, Il corpo della sposa, selezionato alla Berlinale 2019 e quarto film italiano più premiato nella classifica 2019 di cinemaitaliano.info.

La Giuria internazionale assegnerà il Premio “Comune di Milano” al Miglior Lungometraggio del Concorso Finestre sul Mondo, mentre una Giuria di giornalisti italiani attribuirà il Premio al Miglior Cortometraggio Africano e il Premio al Miglior film del Concorso Extr’A dedicato ai film italiani girati nei tre continenti e con uno sguardo sull’attualità del nostro paese. I film in competizione concorrono all’assegnazione di un montepremi totale di circa 20.000 euro. Alcuni premi paralleli sono destinati all’acquisizione dei diritti per la distribuzione in Italia.

Lungometraggi in concorso al Festival del Cinema Africano

Dal concorso lungometraggi Finestre sul mondo, tutti in prima nazionale, due film rivelazione della Semaine de la Critique di Cannes: Nuestras Madres di César Díaz (Caméra D’Or 2019) che narra la storia di un figlio ossessionato dalla ricerca delle spoglie del padre desaparecido ai tempi della guerra civile in Guatemala e lo humour e la satira sottile di Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem che, attraverso le peripezie di un ladro nel disperato tentativo di recuperare il suo bottino, racconta il Marocco contemporaneo.

Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem

Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem

Sempre da Cannes, ma dalla sezione Un Certain Regard, il film Adam, opera prima di Maryam Touzani (una giovane regista marocchina che il FESCAAAL segue da anni, premiata per i suoi cortometraggi Quand ils dorment e Aya Goes to the Beach, distribuiti in Italia dal COE) che conferma il suo talento con una storia intima e sensibile di amicizia e solidarietà tra due donne sole, emarginate dalla società marocchina. Il film, che sarà distribuito in Italia da Movies Inspired, si avvale della magnifica interpretazione di una stella del cinema europeo e arabo, la belga Lubna Azabal che ha lavorato in più di 40 film con registi del calibro di André Techiné, Denis Villeneuve, Ridley Scott.

Dalla Corea, invece, rimaniamo tra le mura di casa in Scattered Night delle registe Lee Jihyoung e Kim Sol (premiato come Miglior Film Coreano e Migliore attrice coreana al Jeonju Film Festival), con un inquietante ritratto familiare in cui genitori workaholic sul punto di divorziare si devono confrontare con figli molto precoci.

Dal Kenya il documentario di Sam Soko, Softie (Premio Miglior Documentario al Sundance 2020) ci racconta 10 anni di vicissitudini politiche e familiari del giovane leader idealista Boniface Mwangi, dall’attivismo nelle piazze alle elezioni regionali sfidando apertamente le potenti e corrotte lobby politiche fino alle minacce di morte.

Dalla Berlinale 2020, in anteprima tre film: Veins of the World, terzo lungometraggio di Byambasuren Davaa (prima cineasta della Mongolia a raggiungere una fama internazionale con il documentario Storia del cammello che piange nel 2003), che incanta ancora una volta con la bellezza dei paesaggi delle steppe mongole su cui si estende, però, l’ombra dello sfruttamento indiscriminato delle compagnie minerarie; il vincitore del Premio della Giuria Generation Kplus, Los Lobos del messicano Samuel Kishi Leopo sulle difficoltà di adattamento di una mamma e dei suoi due bimbi immigrati da poco dal Messico negli USA e affascinati dal mito di Disneyland; la storia della giovane nomade Laila sullo sfondo dei magnifici paesaggi del Kashmir e delle tensioni dell’attuale conflitto in The Shepherdness and the Seven Songs di Pushpendra Singh.

Dall’Angola la visione distopica del regista/artista Fradique che in Air Conditioner immagina che dai fatiscenti palazzi di Luanda comincino a cadere misteriosamente i condizionatori d’aria. Vincitore del Premio al Miglior Film del Cile 2019 la commedia drammatica tra realismo e musical pop latino Lina from Lima di María Paz González che ci propone il ritratto inedito di una domestica peruviana che dopo anni in Cile, lontana dalla famiglia, decide di inventarsi una nuova vita.

A questo link il programma completo del festival.

Foto in copertina: un’immagine da Air Conditioner di Fradique, in concorso

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