Federico perdonaci

In quale Paese democratico la madre di un ragazzo morto viene simbolicamente assediata nel suo ufficio dai colleghi di una delle persone accusate del suo assassinio? In quale Paese le persone ignorano il dolore di una donna cui è stato sottratto il figlio nel fiore degli anni voltandosi dall’altra parte? In quale Paese democratico poliziotti che si comportano in questo modo indegno rimangono al loro posto?

E’ successo oggi a Ferrara, Italia, dove gli agenti del Coisp hanno fatto un presidio di solidarietà verso i colleghi accusati dell’assassinio del diciottenne Federico Aldrovandi proprio sotto l’ufficio della madre, Patrizia Moretti che è scesa in strada (ignorata dai poliziotti) con una gigantografia di Federico.

Il rapporto tra gli italiani e le forze dell’ordine non è mai stato così ai minimi termini. E non ne siamo certo felici. L’abisso del G8 si è propagato in una miriade di atti singoli di sopraffazione, violenza e reticenza. Questa è un’emergenza culturale. Ha ragione Amnesty International quando chiede: “Italia, rispondi”. I diritti civili non sono un lusso da paese ricco fuori dalla crisi, i diritti civili sono la base per uscire dalla crisi.

Federico e Patrizia perdonateci. Perdonate noi perché stiamo permettendo che in questo Paese alla deriva rialzino la testa fascismi di ogni tipo.

Poi giorni fa parlavamo del caso dei marò come emblematico dell’assenza di un governo nel nostro Paese. Con sindaci che minacciano ritorsioni all’India, Forze Nuove che scendono in piazza. Un Paese che perde ogni giorno pezzi di umanità e scivola verso l’ingovernabilità è un pericolo anche per questo. Non vogliamo un’alba dorata, no grazie.

Vedi il film “E’ stato morto un ragazzo” sulla storia di Federico

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