Essere donna a Ramallah

 

Badi Yasien apparentemente è una donna come tante, è stata una mia cara amica e compagna delle superiori nel lontano 1995. Purtroppo con il finire della scuola ci siamo perse di vista e oggi grazie ai social networks ci siamo ritrovate. Mi ha raccontato della sua vita, le sue lotta femminili e il suo sogno. Lei ha qualcosa di speciale e attraverso questa intervista ho deciso di darle voce come simbolo  per tutte le donne che ogni giorno lottano in Palestina per dare un sogno, un futuro migliore ai propri figli.

E’ nata in Siria nel 1978 e vive a Ramallah dove è sposata e ha due figli. Nel 2001 ottiene la laurea in farmacia  al AnNajah National University  (Palestina) e da quel momento inizia la sua carriera nel reparto di farmacia nel servizio medico militare. Oggi ci racconta quali sono le sue speranze e cosa significa essere  donna in Palestina.

RAMALLAH

Fatima: Badia Yasien parlami un po’ del tuo lavoro?
Badia :
Io ho iniziato a lavorare come farmacista nel 2002 nel reparto servizi medici militari delle autorità palestinesi. Il nostro reparto fornisce  sostegno medico ai membri delle forze di sicurezza e alle loro famiglie. Ma il nostro lavoro consiste anche  nel fornire un servizio di primo soccorso ai civili nel  caso di crisi e di emergenza per tutta la West Bank e la striscia di Gaza.

Fatima: Perché hai scelto questo tipo di lavoro?
Badia: In realtà la natura della situazione in Palestina è instabile, le scelte universitarie erano limitate dal momento che l’occupazione israeliana controlla sia il settore privato che quello pubblico. Il mio sogno era di aprire una mia farmacia ma in mancanza di fondi finanziari ho dovuto lavorare per il governo. Ma con il tempo ho capito che la mia scelta era giusta e sono riuscita a ritrovare una giusta dimensione nel mio lavoro, nel fornire assistenza sanitaria e aiuti alla mia gente: questa è la cosa più gratificante di questo mondo.

Fatima: Come è per una donna lavorare in questo campo ?
Badia: Con il tempo la partecipazione delle donne in tutti i settori è diventata più frequente ed è anche più rispettata. Quindi da un punto di vista relativo sembra tutto normale specialmente dopo l’entrata dell’Autorità palestinese. C’è più stabilità in Ramallah  e ciò significa un maggior sviluppo verso il progresso e la pace.

Fatima: Quante altre donne lavorano nella tua stessa istituzione?
Badia :Quando ho iniziato a lavorare nei settore medico militare, nel 2002, le domande di lavoro fatte da donne erano poche, ma con il passare del tempo il numero è aumentato sempre più. E’ una domanda in forte crescita. Oggi posso dire che occupiamo il 25 % dei posti lavoro nel settore medico militare.

 

Fatima:Ritieni che il tuo lavoro possa essere rischioso con l’occupazione israeliana?
Badia : L’occupazione israeliana limita la facilità di movimento tra le città palestinesi, e quindi lo sviluppo delle capacità scientifiche e professionali è molto limitato. Inoltre a questo va aggiunto il fatto che il personale medico militare in servizio può essere esposto a grande rischi. Come ad esempio  fronteggiare emergenze in scontri con l’esercito israeliano sulle linee di demarcazione.

Fatima: Com’è la situazione generale a Ramallah?
Badia : La situazione, in generale, a Ramallah è relativamente buona, grazie alla presenza continua di istituzioni pubbliche e private che danno opportunità di creare una vita migliore  e normale in tutte i settori. Nonostante il ruolo dell’occupazione israeliana che ci rende la vita sempre più difficile, con le loro barriere collocate ovunque, la chiusura delle strade, e il controllo continuo dei movimenti cittadini possiamo comunque dire di vivere tranquilli.

Fatima: Il 15 marzo, il giorno della riconciliazione
Badia : Il 15 marzo è una necessità nazionale, civile e  serve anche a dare piena e assoluta solennità allo stato palestinese. E’ per il  popolo palestinese, per un’unità  è per la creazione di uno stato. Noi come donne possiamo e dobbiamo partecipare a questo evento stando accanto agli uomini e solo così raggiungeremo la riconciliazione in Palestina.


Fatima: Qual è la tua speranza per il futuro della tua nazione?
Badia :
Far ottenere al mio popolo palestinese il diritto all’autodeterminazione, all’indipendenza, e alla creazione del nostro stato palestinese. Dare ai nostri figli la sicurezza di vivere in pace.
Il mio augurio è che la pace prevalga su ogni cosa e che tutti noi possiamo godere di una maggior sicurezza e stabilità.

 

 Fatima Abbadi

Ti potrebbe interessare

Sarajevo è donna
Cuccette per signora, essere donna in India
Visti da là
Persone di cui essere orgogliosi
La vignetta spezzata