Dubai, la città (sicura) che cresce
Un’ emi(g)rata araba, Elena Griffante, ci racconta la sua Dubai. Alla ricerca delle origini. Ma non solo.
Da un giorno all’altro ho deciso di intraprendere questo lungo viaggio, non tanto alla ricerca di divertimento di vario tipo e nemmeno per scaldarmi le ossa, quanto più per la curiosità di vivere queste due grandi città, non come una comune turista europea ma avendo la fortuna di essere “guidata”da chi la città la vive 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Parte della mia famiglia, from my mother’s side (credetemi, ho sputato inglese senza volerlo), vive e lavora negli Emirati da diversi anni. Abu Dhabi e Dubai, per la precisione. Vi risparmio i dettagli dell’albero genealogico, altrimenti questo scritto rischierebbe di evolversi in un romanzo Harmony da 2 euro con 50% di sconto alla cassa. Chiaro che uscire in maniche corte mentre in Italia i pinguini fanno ooh, non mi dispiace affatto.
Benvenuta nel nuovo mondo, me lo sono detta da sola. Arrivi all’aeroporto di Abu Dhabi e subito ti rendi conto che qui le cose funzionano in tutt’altro modo. Pulizia, ordine, rispetto. Mi son sentita a casa sin dal primo istante. E così ho iniziato a vivere Abu Dhabi, la Capitale, con le sue spiagge pubbliche sorvegliate e ben curate, gli avvisi e le raccomandazioni di indossare un abbigliamento appropriato e un clima da “happy family”, in cui è forte il contrasto tra i grattacieli luminosi e i lunghi vestiti neri delle donne musulmane. Ad Abu Dhabi i supermercati ti offrono prodotti provenienti da tutte le parti del mondo, tanto che a girare per le corsie sembra quasi di affrontare un viaggio intercontinentale. Ma la Capitale l’ho vissuta poco, devo tornarci per poterne parlare approfonditamente.
Dubai è.. sentirsi sicura. Ho preso la metro da sola e non ho rischiato né di soffocare per qualche cattivo odore, né di essere importunata. Ho girato di notte a piedi e nessuno mi ha fermata. Dubai è un cantiere in continua espansione. Mi diverto ogni giorno a verificare se i grattacieli in costruzione sono sempre alti uguali o se un altro piano è stato completato. Qui è molto facile dimenticare di essere in un paese arabo, perché la mentalità è molto aperta e se indossi una gonna non vieni classificata… In Rete si cerca di fare terrorismo psicologico ai turisti in partenza, ma credetemi.. nessuno viene arrestato se indossa una canotta. Purtroppo c’è anche chi si prende troppe libertà, della serie “mi dai una mano, mi prendo il braccio e ti mostro il..” e allora lì sì che ti viene fatto notare da chi di dovere. Ok, non si possono bere alcolici per strada. Per molti sembra un dramma, ma non c’è legge più adatta per un paese come questo che tiene molto all’ordine e alla pulizia. E che d’estate sfiora i 50 gradi… Alcool+caldo= … Lo sapete bene. Hai voglia di un bel Mojito in spiaggia? Sono sufficienti 21 anni almeno (anche se non sempre chiedono il documento..), un passaggio sotto il metal detector ed eccoti sul lungomare a fare festa. Ma se bevi, cerca di non esagerare con gli atteggiamenti poco felici, o vieni richiamato. E non guidare, o finisci direttamente in galera nonché nella black list dei non desiderati.
Chi proviene dall’Euro si trova avvantaggiato nelle spese. Tanto per fare un esempio noto a quasi tutti: un gelato da McDonald’s? In Italia 1 euro, qui l’equivalente di 20/25 centesimi. Lo stesso per i paninazzi, un quarto del costo italiano. Badole (il piu’ famoso paninaro del padovano) al confronto dei prezzi, è un ristorante di lusso. Certo, c’è anche da dire che questo è un porto franco quindi è normale che si risparmi un po’ su tutto. E non vi dico quanto costa la benzina. Vi risparmio una lunga depressione.
Dubai certamente non è solo questo, ma è anche lusso, spreco, esagerazione. E’ isole artificiali a forma di palme, hotel a 7 stelle, piste da neve artificiale nei centri commerciali, immensi acquari interni agli alberghi e molto altro, ma per queste informazioni turistiche vi rimando a google e volunia.
Sono qui da pochi giorni, ho ancora molto da scoprire. Vorrei davvero trovare qualche difetto da raccontare e sicuramente ne ho riscontrato più di uno, ma il solo fatto di camminare per strada e sentirmi sicura, me lo ha fatto scordare. Qui non è il paradiso e non lo sarà mai, tutto può succedere. Ma al momento io la vedo così:
Dubai è un bambino appena nato che cresce molto in fretta e ti sbalordisce. Da un giorno all’altro passa dall’alfabeto alle prime parole e subito ai primi sms. E tu lo guardi e ti riempi gli occhi e l’anima. Ma come sarà poi da adulto, nessuno può davvero saperlo.
Forse ad 1 metro e 60 (meno 3), tutto sembra più bello.
Beh, anche dal 39 piano la vista non è male.
Elena Griffante