Diario dal Cairo, si macchia di sangue la campagna elettorale
Seconda puntata della rubrica settimanale a firma di Giuseppe Acconcia – autore per Infinito edizioni del libro dal titolo “La primavera egiziana” – in vista delle elezioni presidenziali egiziane, previste per il 23 e 24 maggio 2012, con eventuale ballottaggio il 16 e 17 giugno. Si tratta di elezioni delicatissime e storiche che abbiamo deciso di seguire con la massima attenzione grazie alla conoscenza e alla grande sensibilità giornalistica di Acconcia, che ha seguito da piazza Tahrir la primavera egiziana rischiando in prima persona. (©Infinito edizioni 2012)
Il candidato salafita Abu Ismail ha chiamato a nuove proteste di piazza per il prossimo venerdì contro la dura repressione delle manifestazioni dei giorni scorsi.
Si è macchiata di sangue la campagna elettorale per le presidenziali in Egitto. Più di 300 persone sono state tratte in arresto per gli scontri della scorsa settimana nei pressi del ministero della Difesa, nel quartiere di Abbasseya. Mercoledì 2 maggio una marcia, partita da piazza Tahrir, aveva raggiunto il quartiere. Dopo di che, decine di attivisti salafiti si erano accampati nei pressi del ministero. La repressione della polizia militare e, secondo vari testimoni, di uomini in borghese, è costata la vita a dieci persone e ha causato il ferimento di centinaia di attivisti.
Le proteste dei sostenitori del Nour, seconda forza parlamentare, ma senza candidati alla presidenza, sono proseguite nella giornata di venerdì 4 maggio. Questa volta alla marcia verso il quartiere di Abbasseya, dopo la preghiera in piazza Tahrir, hanno preso parte anche i giovani dei movimenti di resistenza extraparlamentare.
In seguito a questi scontri è stato indetto un coprifuoco notturno nel quartiere di Abbasseya. Il candidato alle presidenziali Amr Moussa, ancora primo nei sondaggi, ha criticato il tentativo dei manifestanti di irrompere nell’edificio del ministero della Difesa. Il riformista Fotuh e Khaled Ali hanno invece condannato la dura repressione della polizia militare. Gli islamisti di Libertà e giustizia chiedono le dimissioni dell’ultimo governo nominato dai militari, guidato da al-Ghanzouri.
In realtà, dopo le concessioni fatte agli islamismi – che dopo le elezioni parlamentari sono diventati la principale forza parlamentare in Egitto, con l’esclusione di alcuni dei principali leader di Libertà e giustizia ed el-Nour – si è aperta una nuova fase di repressione dei partiti ispirati all’islamismo politico in vista delle elezioni presidenziali. I prossimi giorni si annunciano piuttosto “caldi”.
Dal Cairo, Giuseppe Acconcia
(“La primavera egiziana”, Infinito edizioni, 2011, pagg. 157, € 13,00)