Del manganello, dei diritti e delle pene
Poliziotti che picchiano manifestanti che non stanno facendo niente di illegale nè stanno per farlo, manifestanti che menano poliziotti. Non è che bisogna tifare per gli uni o per gli altri. E’ che la responsabilità, in un paese civile, è personale, che le situazioni contingenti e l’essere parte di un branco non giustificano nulla. Ecco cosa pensa Amnesty International:
“Abbiamo visto, per tutta la giornata di ieri, immagini che destano preoccupazione. Le proteste sociali e i loro contenuti rischiano di essere oscurati e schiacciati da un contesto caratterizzato da atti di violenza da parte di alcuni manifestanti, nell’ambito del quale l’operato della polizia, per quanto complesso, avrebbe dovuto mirare a proteggere le persone, anche attraverso un uso proporzionato e legittimo della forza”.
“Le forze di polizia hanno precisi obblighi di diritto internazionale e interni di protezione dei manifestanti, compreso quello di disperdere eventuali proteste violente con un uso proporzionato e legittimo della forza” – ha ricordato Sami – “mentre le immagini a disposizione mostrano episodi di eccessi nell’uso della forza nei confronti di singoli manifestanti che meriterebbero un’indagine rapida e approfondita. Riteniamo che chiarire le responsabilità sarebbe importante tanto per le persone colpite, quanto per le forze di polizia”.
Il 25 ottobre, Amnesty International aveva diffuso un rapporto sull’uso eccessivo della forza durante manifestazioni largamente pacifiche, svolte in alcuni paesi europei, tra cui Grecia e Spagna.
Nell’ambito della sua campagna “Operazione trasparenza: polizia e diritti umani“, Amnesty International Italia chiede alle istituzioni italiane di rispettare gli standard internazionali sull’uso della forza e delle armi, prevenire le violazioni dei diritti umani e assicurare indagini rapide e approfondite e procedimenti equi per l’accertamento delle responsabilità quando emergano denunce di violazioni, anche attraverso adeguate modifiche alla legislazione tra cui in primo luogo l’introduzione del reato di tortura. La campagna, lanciata nel luglio 2011, ha già raccolto oltre 20.000 adesioni. E AND anche oggi, se proprio deve tifare per qualcuno, tira per Amnesty International.
AND