Dalla Germania attraversa le Alpi a piedi per ripercorrere la fuga verso Israele
Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere dell’Alto Adige dell’edizione del 26 luglio 2012.
Ripercorrere il viaggio a piedi dalla Germania Est a Israele, affrontato all’età di tredici anni da una donna ebrea sopravvissuta alle persecuzioni razziali della Seconda Guerra mondiale. La protagonista di questa vicenda, sulla cui vita una troupe cinematografica israeliana sta girando un film, è stata soccorsa nella serata di martedì dai militari della Guardia di finanza di Brunico. La donna, che oggi ha 78 anni e vive nella cittadina israeliana di Ganei Hadar, era arrivata al passo Tauri (2.633 metri) verso le 19 insieme ai tecnici della troupe. A scortarli c’era una guida alpina austriaca, che aveva accompagnato la comitiva nella tappa che prevedeva l’attraversamento del confine austro-italiano attraverso il passo. Giunta al passo dei Tauri dopo dodici ore di cammino però la donna ha cominciato a accusare serie difficoltà. Il gruppo ha chiesto quindi aiuto ai militari del distaccamento della Guardia di Finanza che ha sede nell’ex posto di dogana «Vetta d’Italia», sul passo un tempo utilizzato come frontiera. Due finanzieri hanno accolto la donna, l’hanno rifocillata e fatta riposare, prima di iniziare insieme a lei e alla troupe televisiva la discesa verso Casere, la frazione di Predoi dove il gruppo aveva prenotato le stanze per trascorrere la notte.
A prendere in carico la comitiva è stato l’appuntato scelto Reinhart Kargruber, 41 anni, mentre il collega Albert Castlunger, 39 anni, si è occupato di seguire il percorso della comitiva via radio dalla sede del distaccamento, per offrire assistenza in caso di necessità. Durante la discesa verso Casere, durata circa tre ore con un dislivello di circa mille metri, la donna ha iniziato a raccontare al militare la sua storia.
«Nel 1947 avevo dodici anni e vivevo nella Germania dell’Est. La guerra era finita ma le persecuzioni razziali proseguivano. Insieme a un gruppo di bambini miei coetanei abbiamo quindi intrapreso il viaggio che ci avrebbe riportato in Israele, fra le braccia dei nostri genitori» ha raccontato in inglese a Kargruber.
«Abbiamo attraversato il confine austro-italiano attraverso quello che oggi si chiama sentiero 14, la Via dei Tauri, e abbiamo poi raggiunto chi il porto di Genova, chi quello di Trieste, per salpare alla volta di casa» ha proseguito la signora, che a 78 anni di età ha accettato di ripercorrere quel doloroso viaggio sotto l’occhio delle telecamere. Obiettivo: lasciare un’eredità di memoria alle generazioni future, da parte dell’unica testimone ancora viva di quel lungo e doloroso viaggio attraverso l’Europa. Una volta giunti a valle Reinhart Kargruber ha recuperato fuoristrada e ha condotto sana e salva l’intera comitiva al proprio albergo, dove l’anziana e i tecnici sono approdati quando orami erano passate le 23. «I miei uomini sono stati felici di collaborare alla realizzazione di questa importante opera della memoria, oltre che naturalmente di soccorrere una escursionista in difficoltà» spiega il maresciallo capo del comando di Brunico Thomas Scalisi, 39 anni. «A ricordare proprio il passaggio della comitiva di bambini ebrei sul passo dei Tauri c’è fra l’altro ancora oggi una targa in bronzo» spiega Scalisi. L’ex dogana «Vetta d’Italia» viene attualmente utilizzata dalla Guardia di Finanza dell’intero Triveneto per svolgere l’addestramento dei militari impegnati nell’attività specialistica di soccorso alpino, spesso anche con l’ausilio di unità cinofile utilizzate per le ricerche di persone.
Silvia Fabbi