Il peggior ostello d'Australia

Un ostello può essere: squallido, brutto, sporco, sciatto, malsano, degradato, disgustoso, fetido, rivoltante, orribile, ignobile, indegno. O anche cose positive. Ma ora non importa. Quello che importa è che il Planet Inn, 496 Newcastle street – West Perth,  non rientra in nessuna di queste categorie. Il Planet Inn è surreale. Il cuore pulsante del Planet Inn è l’ufficio. Lì sta la chiave di tutto. Nell’ufficio è sotto chiave tutto. Una stanza sola che fa al contempo da reception, studio, deposito padelle, area colazione, emporio. E sono piuttosto certo di non essere a conoscenza di tutti i servizi offerti. Di certo c’è che se l’ufficio è chiuso, tu non puoi fare praticamente niente. L’ufficio è quasi sempre chiuso.

Toilette Planet Inn

Toilette, nel suo angolo migiore

Il Manager è un tizio con tratti indigeni e un fisico da ex-pugile. Non so come si chiami. Nessuno lo sa. Quello che tutti però sanno è che lui ha le chiavi dell’ufficio. Il Manager non c’è quasi mai.

Quando entri al Planet Inn la prima cosa che vedi sono le stanze. Chiave non prevista, ma d’altra parte sarebbe stata superflua: le porte sono sempre aperte, al Planet Inn. Per ovviare alla questione della sicurezza in ogni camera sono collocati dei locker dove poter riporre gli oggetti di valore. Di buono c’è che se ne perdi la chiave puoi sempre ovviare smontandone la serratura con un cacciavite. Serrature avvitate dall’esterno, geniale.

La seconda cosa che vedi al Planet Inn sono i bagni. Ci sono avvisi strani, nei bagni. Mentre ci pensi ti lavi le mani e il sapore ha il colore del detersivo per piatti. Lo annusi e ha l’odore del detersivo per piatti.

No, i sensi non ti ingannano.

Poi ci sono le docce. Le docce sono due, ma solo una ha l’optional: la porta. Nelle docce, sotto il consueto avviso che invita a contenere il consumo idrico, è situato un lavandino. Dal rubinetto scorre acqua corrente. Ad libitum. Non lo puoi chiudere quela lavandino. Quel liquido è destinata a scorrere, da tubo a tubo, per l’eternità. Molti hanno provato a fermarlo, ma nessuno ce l’ha mai fatta. E’ la spada nella roccia dello spreco idrico. Come quelle fontane che c’erano una volta agli angoli delle strade che stavano sempre aperte. Per far bere i cani, ho sempre ipotizzato. Ora non ci sono più: le hanno chiuse o munite di rubinetto. I cani invece ci sono ancora. Sillogismo: al Planet Inn i cani non sanno aprire i rubinetti.

Il versatile angolo cottura

Il versatile angolo cottura

Al Planet Inn c’è anche una cucina. Ci mancherebbe. Il solo inconveniente è che se vuoi cucinare ti servono le padelle dell’ufficio. Se l’ufficio è chiuso, come sua prerogativa, le opzioni sono due: o non cucini o ti arrangi con i padellini. Credo ci sia stato un tempo in cui i padellini erano muniti di una copertura in teflon antiaderente. L’ho dedotto dalle labili tracce rimaste. I padellini sono il manufatto più inadeguato all’uso preposto che mi sia mai capitato di maneggiare in vita mia. Se poi sei fortunato trovi anche piatti e posate. In cucina si lava tutto prima di usarlo, anche se in teoria è già pulito. E’ un posto che ispira diffidenza. Sarà che se cucini la sera devi fare la gimkana tra gli scarafaggi.

Al Planet Inn poi, quando si va a dormire, non tutti vanno in stanza. Alcuni, in base a una gerarchia che mi è tutt’ora oscura, dormono in corridoio, o in sala TV. Usualmente hanno il materasso, ma pare non sia un diritto inalienabile, ho scoperto.

Degrado al Planet Inn

Degrado al Planet Inn

Io ce l’avevo una camera, e pure un letto con un materasso. Un po’ sfondato, ma comunque materasso. Ero un aristocratico, al Planet Inn. Quello che però non avevo era una federa per il cuscino. Così sono andato a cercare il Manager, che in quel momento (stupore) c’era. L’ho scovato in cortile, poco lucido, che parlava con un inglese totalmente fradicio. Avevano molte cose da dirsi. Nell’attesa ho cercato di individuare in cielo la costellazione di Orione, che pare sia l’unica avvistabile da entrambi gli emisferi. Non l’ho trovata. Non ho idea di che faccia abbia, in effetti.

Dopo 10 minuti di superfluo scrutare il Manager è comunque prontamente accorso in mio aiuto. Mi ha chiesto di vedere il cuscino. Io gli ho fiduciosamente mostrato il mio guanciale sfoderato, confidando nelle sue capacità manageriali. Lui si è guardato attorno, ha afferrato con nonchalance una t-shirt che in tutta evidenza qualcuno aveva messo lì ad asciugare e me l’ha porta, sorridendo. Era pulita, della misura giusta per il mio cuscino. L’ho presa, sorriso e ringraziato.

Perché è lì che ho realizzato che quella non poteva essere la realtà.

Un adorabile cuscino

Better to loose bla bla bla

@_elioR_

Leggi il blog Downunder Report

Le 10 cose che ho imparato dall’Australia

Leggi il post su Perth

Il miglior ostello di Praga

Ti potrebbe interessare