Dal primo marzo 13mila profughi a spasso
Tra i problemi che si troverà a dover affrontare l’Italia appena uscita dalle urne c’è anche questo: i rifugiati del Nord Africa. Venerdì primo marzo infatti i centri accoglienza verranno chiusi e circa 13 mila profughi non sapranno dove andare. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati – Cir lancia l’allarme.
“La prevista assistenza in denaro di 500 euro al momento dell’uscita dai centri certamente non sostituisce un programma di integrazione lavorativo e alloggiativo. Tale programma avrebbe potuto essere finanziato un anno fa, al posto di spendere centinaia di milioni di euro solo per la fornitura di vitto e alloggio. E’ da ricordare che tanto il CIR, quanto altre voci della società civile italiana, da tempo avevano chiesto al governo di impostare delle misure per la formazione professionale, per borse lavoro e per un’iniziale assistenza alloggiativa, a fianco di un generoso programma di ritorno volontario assistito con iniziative di reintegrazione nei paesi di origine nell’Africa Sub – sahariana. Ma purtroppo per due anni ha prevalso un approccio emergenziale.
Il CIR apprezza il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari ai profughi nonché l’assicurazione che le persone appartenenti a gruppi vulnerabili come minori non accompagnati, vittime di tortura e famiglie numerose possano avere accesso all’accoglienza prolungata nel sistema ordinario di protezione. Tuttavia, per la maggioranza delle persone ha dimostrato ancora una volta l’incapacità del sistema di asilo Italiano che a fronte di un investimento economico elevatissimo –di una media di circa 25mila euro a persona – non è riuscito a mettere in campo risposte qualificate di accoglienza e integrazione. Crediamo che sia lo specchio di un sistema ancora immaturo che in tema di integrazione per i rifugiati ha ancora molto da consolidare. Come CIR abbiamo chiesto – con un appello alle forze politiche che si preparano a governare questo Paese – l’introduzione di un programma nazionale di integrazione per i rifugiati che possa permettere all’Italia di dare prima un’accoglienza dignitosa a quanti fuggono in cerca di protezione e poi li accompagni verso l’integrazione, che significa autonomia. E che permetterebbe ai rifugiati di diventare delle risorse nel nostro Paese” conclude Christopher Hein, direttore del CIR.