Com'è nato (e cos'è) il Bunga Bunga
Bunga Bunga è un’onomatopea comparsa nella lingua italiana, un paio di anni fa, insieme alle cene di Arcore e allo scandalo “Rubygate” che colpi l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. A torto o a ragione si pensa che sia un termine per designare un atteggiamento di ordinaria attività sessuale come sé lo immagina il comune mortale.
In molti paesi del mondo la giustizia non è erogata in modo formale come si vede in Italia: magistratura, avocati difensori, giudici, tribunali e i vari livelli di giudizio sono solamente lussi delle grandi città. Al posto del giudice c’è il capo villaggio oppure il capotribù chi fa da mediatore tra le parte in causa. Fin lì niente di sbagliato sempre che sia inondato dalla saggezza salomonica raccontata da vari libri antichi.
Nella fonda Libia del defunto colonnello Gheddafi, l’incarico del giudice era assicurato dal capotribù. Alla sua corte si legava e si snodava interessi e brighi di vari generi. Le controversie si tenevano secondo la loro tipologia a giorni fissi della settimana: adultero, litigi condominiali e crimini di ogni genere … Agli accusati erano contestati i reati commessi, con o senza le prove a carico, seguito da un intervallo per l’auto difesa. Al capotribù spettava la sentenza che si voleva esemplare, dissuasiva e educativa. Mediante un cerimoniale ben rodato, il portavoce comunicava il verdetto finale con applicazione immediata. Come un ritornello, due condanne a scelta ritornavano in continuazione: una sequenza di bunga bunga o la prigione. Bunga bunga è un supplizio che costringe i colpevoli ad accoppiarsi in pubblico, davanti a tutte le persone giunte per assistere al giudizio. Tutti sceglievano questa pena piùttosto che di vedersi privato della sua libertà per lunghi anni. Qualcuno s’impegnava pure per fornire una prestazione di un certo livello avendo preso gusto alla cosa. Un giorno però, un uomo rifiuto di preferire questa via di scampo alla prigione:
– Non sono una bestia e mi rifiuto di comportarmi come tale, disse.
Fu costretto, in tutti modi, ad adeguarsi al supplizio del bunga bunga e di più fu spedito in prigione per lunghi anni. Questa è l’origine del “bunga bunga” prima di diventare “un festino a sfondo sessuale, organizzato da uomini di potere”.
La storia narra che fu il defunto leader libico stesso a fare entrare questo termine nell’immaginario degli italiani durante una cena di benvenuto a lui offerto dal Presidente Berlusconi e di cui solo questo ultimo ha il segreto della buona riuscita.
In un momento in cui si parla tanto del sovraffollamento dei carceri italiani e anche di ristrutturazione della giustizia ha senso continuare a condannare le persone a delle pene di prigione? Gli amanti del bunga bunga sono pronti a fare una proposta innovativa: chiudere i tribunali e licenziare tutti i magistrati politicizzati per risparmiare. Ai detenuti potrebbe essere offerta una pena alternativa del bunga bunga per svuotare i carceri. Che ne pensate?
Sassou C. KOUSSOUGBO
Un altro racconto di Sassou: Zio Satana
Sassou C. Koussougbo Vengo dal Togo. Sono scrittore esordiente e ho già pubblicato due libri: ”Una vita da cani” (Altromondo editore) e ”Matilda” (Book Sprint edizioni). Ci sarà sicuramente un terzo libro in italiano.
Foto: Silvio Berlusconi, da European People’s Party – Flickr, CC BY 2.0 – Wikipedia