Bologna e la nostra memoria

bolognaTrentatré anni fa l’Italia era già a colori, magari quelli – almeno per noi – delle foto un po’ sbiadite,  sovraesposte, delle immagini che appena le vedi torni indietro, ricordi quand’eri piccolo, i giochi, certi particolari che chissà perché rimangono fissati più di altri.

Trentatré anni in Italia si lavorava ancora un po’ tutti, si stava bene, si pensava alle vacanze estive, la vita era in una dimensione piccolo borghese che piaceva, i nostri genitori mettevano via quei soldi che ora servono a noi per compiere quella distanza che sta fra lo sopravvivere e il vivere (bene, poi, è un’altra cosa).

Trentatré anni fa si cercava di uscire da un decennio un po’ troppo di piombo, con il Paese che contava morti, feriti, che rigettava una violenza terrorista troppo spesso sottovalutata, all’inizio, fino a raggiungere il culmine con il rapimento di Aldo Moro, che in fondo aveva aperto gli occhi a più di qualcuno che li aveva tenuti un po’ troppo chiusi.

Trentatré anni fa una generazione figlia del boom economico, del benessere, diventava adulta, portando con sé sogni, speranze e, tutto sommato, una voglia di affrontare il futuro che non spaventava, ma affascinava, ancora.

Trentatré anni fa un sabato mattina d’agosto era un crocevia di vite in movimento, di abbronzature immaginate, di incontri amorosi da pregustare bene perché, si sa, il sabato del villaggio molto spesso è meglio della domenica, in quel villaggio.

Trentatré anni fa, a Bologna, in stazione la mattinata era calda, afosa, si cercava di farsi fresco in qualsiasi modo, agitando giornali, bevendo una bottiglietta d’acqua, pensando alle persone care che si stavano per raggiungere. La mente, sì, era già in vacanza. Qualcuno tornava a casa, rilassato.

Trentatré anni fa, alle 10.25, la bomba. Ottantacinque morti, oltre 200 feriti. Colore dominante: rosso, rosso sangue. Primi depistaggi nel giro di poche ore. Un Paese che torna in bianco e nero, torna a piazza Fontana, della Loggia, sull’Italicus.

Trentatré anni dopo, non dimentichiamo.

Enrico Albertini

Ricordare Bologna: guarda i documentari

Una cronistoria dei fatti e della vicenda giudiziaria. 

 

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