Bere, l’unico sport nazionale in cui gli inglesi sono imbattibili (oltre a quello di schiantarsi sulle porte della metro)
In fondo hanno ragione pure loro, con un treno ogni tre minuti non ne vale proprio la pena, eppure confesso: un paio di volte -le circostanze lo richiedevano- l’ho fatto pure io, dico salire sulla metro mentre le porte si stanno chiudendo. A cercare di arginare gli arrembaggi dei corsari sotterranei, ci pensa una nuova campagna, i cui manifesti ti rendono partecipe del fatto che ogni anno il salto della quaglia sul mezzo manda 164 persone al pronto soccorso. Capirai, come non sapessi dove sta il trucchetto: quello che non ti dicono è che 164 sono le persone che in media lo fanno in un’ora qualsiasi di ogni santo giorno, così a fare i pignoli la percentuale sul totale è irrisoria.
Secondo la stessa logica, con tutta la gente che si sarà fatta male tra le lenzuola la notte di San Valentino si dovrebbe smettere di ma la cosa non mi riguarda, sedermi sulla metro nel posto che una donna ha appena liberato rappresenta al momento il picco della mia vita sessuale. Ma non è di questo, nè di questi numeri che mi volevo occupare, bensì delle cifre sconvolgenti riguardanti l’abuso di alcol in Gran Bretagna. Impallidisci, tronfio etilista veneto, di fronte all’universale potenza dell’impero di Sua Maestà la Pinta: ogni anno quattromila gli incendi e le inondazioni domestiche causate dalla sonnolenza alcolica, duecentomila gli imbriachi che finiscono in ospedale, trenta miliardi di euro il danno complessivo, tra spese mediche, riparazioni e ore di lavoro perdute. Trenta miliardi di euro, ci sta dentro una finanziaria, e larga, ma ahime c’è poco da fare: tanto è radicato il bere nella cultura britannica che nemmeno i promotori delle campagne anti-alcol riescono a dissimulare la propria ipocrisia e se da un lato l’amministrazione pubblica condanna l’abitudine, dall’altro consiglia ai pendolari che rimarranno bloccati durante i giochi olimpici di ‘andarsene al pub’ piuttosto che intasare le stazioni.
Di inglesi ne ho incontrati parecchio, di intellettualmente brillanti pure, eccezioni confermanti la regola, ma non c’è verso: quando si parla di sbronzarsi l’atteggiamento va dall’entusiastico al sornione ‘so che non dovrei, ma…, no?’, occhiolino e sorrisetto. In ogni caso il risultato non cambia, e devi stare attento a non calpestarlo sul marciapiede il mattino seguente.
Davide Miozzi