Beirut e il suo je ne sais pas quoi
Cosa c’è di tanto speciale in Beirut? Una città densa, caotica, trafficata, sommersa dall’asfalto e dal cemento… una città volgare, arrogante, piena di contrasti, e con forti divisioni sociali e religiose… perché attrae così tanto, perché non se ne può fare a meno?
Per uno straniero in visita dall’Europa, Beirut appare a prima vista come una città moderna e brutta, senza storia. Certo, ci sono dei quartieri carini, ci sono dei piacevoli caffè e degli ottimi ristoranti, c’è della vita notturna, c’è qualche attività culturale, c’è un minimo di fermento… ma possiamo davvero confrontarla in termini di dinamismo, di bellezza, di interesse storico, o di vivibilità, con Londra, Parigi o Berlino, o anche solo con Roma o Milano? No, non possiamo, e infatti il mio consiglio per un turista europeo è di uscire il prima possibile dalla capitale, per scoprire le città storiche della costa e dell’entroterra, ed esplorare le meravigliose montagne del paese.
Uno straniero in visita dal Medioriente, sia arabo sia europeo, valuta invece Beirut in termini completamente diversi. Il traffico, gli scempi edilizi, e le tensioni sociali passano subito in secondo piano. Beirut appare ai suoi occhi come la città araba più liberale di tutto il Medioriente, con la più ricca offerta di attività sociali e culturali, la miglior vita notturna, e i costumi più rilassati. E’ infatti una metropoli dinamica e attiva, in cui si trovano molte cose assenti o proibite altrove nella regione. Nel melting pot arabo-mediterraneo di Beirut, ognuno può trovare il suo posto e sentirsi a suo agio, dallo studente americano in viaggio di studi all’emiro saudita in vacanza con la famiglia. Ogni sorta di servizio e di piacere è disponibile, basta avere i soldi per poterselo permettere…
Infine per uno straniero residente in Medioriente, e interessato alla sua storia, la sua politica, e la sua cultura, Beirut e il Libano sono una tappa inevitabile nella scoperta della regione. La complessità e l’intricatezza delle sue divisioni sociali e confessionali e della sua tragica storia contemporanea non hanno quasi eguali nella regione; la libertà di espressione e la creatività dei libanesi nei giornali, nei libri, nei dibattiti pubblici, e in altri eventi culturali è insuperata nel mondo arabo; e inoltre la capitale ospita arabi e occidentali di ogni provenienza, tra intellettuali, giornalisti, cooperanti, attivisti, diplomatici, o rifugiati, e c’è sempre un incontro interessante e una conversazione sofisticata potenzialmente in serbo in ogni serata beirutina…
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