Il "wormhole" di Anri Sala alla Kunsthaus Bregenz

Come noto, la grande differenza tra spazio e tempo è che nello spazio possiamo muoverci in tutte le direzioni, nel tempo solo in una. Anri Sala nella sua esposizione alla Kunsthaus Bregenz (fino al 10 ottobre 2021), lo mostra a suon di musica e con la forza delle immagini, ma evidenzia, sopratutto, come l’arte possa giocare e forse persino ribaltare questa legge fondamentale.

Sala lo concretizza creando una sorta di wormhole all’interno della Kunsthaus del Voralberg, presentando poche, ma deflagranti, opere che ci permettono di percorrere quel cunicolo immaginato da Einstein in grado di unire lo spazio e il tempo.
L’artista albanese, riesce nell’impresa con immagini semplici ma straordinarie, lontanissime dalla banalità a cui siamo abituati.
Nel video del primo piano, “If and only if“. una lumaca si muove lentamente per tutta la lunghezza dell’archetto di una viola. Visivamente si resta affascinati dall’efficacissimo contrasto tra le morbide curve del gastoropode e la rigida linearità dell’archetto, ma a inchiodarci alla visione è il gioco che si crea tra il violinista e la lumaca, con la chiocciola che finisce per determinare il ritmo della musica tanto da costringere il musicista ad allungare a dismisura la durata del brano.
La lumaca procede, quindi, nell’unica direzione possibile lungo l’archetto (nello spazio) costringendo la musica a dilatarsi (nel tempo). Un “pas de deux” surreale tra l’uomo e l’animale in grado di inchiodare il visitatore più sensibile agli scranni della sala espositiva.

Quello appena descritto, non è il solo piatto forte del menu di Sala.
Perché al secondo piano si assiste ad una delle migliori rappresentazioni dell’effetto dell’arte contemporanea sui visitatori meno “smaliziati” grazie a “Day Still Night Again“.

Teste che si muovono dall’alto in basso e da sinistra a destra, non solo nel tentativo di comprendere quel che le circonda, ma di vederlo,di scorgerlo. Perché, per l’occasione, quel genio di Sala ha fatto proiettare sulle pareti l’immagine delle pareti stesse o, per dirlo in maniera più precisa come da descrizione tecnica dell’opera: “Una ripresa 1:1 dell’intera superficie del muro viene proiettata direttamente sulle stesse pareti (mappatura). L’immagine proiettata cambia ripetutamente da nitida a sfocata e viceversa, trasformandosi così in una seconda pelle dello spazio. Il passaggio dalla nitidezza alla sfocatura è controllato da una partitura musicale: il suono delle note rende più nitide le immagini proiettate dei muri, mentre diventano sfocate nei momenti di silenzio”.
Di conseguenza, il visitatore si avvicina e allontana dai muri alla disperata ricerca di quel che gli viene mostrato, prima di ricorrere all’audioguida, alla didascalia a parete o al libretto descrittivo, per interpretare quel che lo sta avvolgendo, coinvolgendo e straniando.

Al terzo e ultimo piano, in “Time no longer” il gioco spazio temporale si fa più evidente. Un video mostra un giradischi viaggiare e suonare nello Spazio privo di gravità. La musica prodotta dall’incontro tra la puntina e il disco di vinile è “Quatuor pour la fin du temps” (Quartetto per la fine del tempo, 1940), del musicista francese Olivier Messiaen. Musica composta durante la sua permanenza in un campo di prigionia in Germania, espressione della solitudine e della pesantezza del tempo dell’imprigionato. Lo stesso che molti di noi hanno vissuto in maniera simile durante l’isolamento coatto imposto dalla pandemia e dai suoi lockdown, quando i limiti spaziali e temporali sembravano sovvertiti.
Una pesantezza del tempo che contrasta non solo visivamente con la leggerezza del movimento circolare del giradischi e del vinile nello spazio cosmico sul cui sfondo continua a sorgere il sole.

Anri Sala, Time No Longer, 2021 – Installation view third floor, Kunsthaus Bregenz, 2021
Photo: Markus Tretter. Courtesy of the artist and Marian Goodman Gallery © Anri Sala, Bildrecht Wien, 2021, Kunsthaus Bregenz

Nella sala sala d’ingresso della Kub, infine, grazie ad un grande rullo da carillon appositamente costruito, Sala fa suonare il calcestruzzo delle pareti della Kunsthaus rendendole trasformandolo in immateriali note musicali nonostante la loro strabordante pesantezza (All of a Tremble – Conducted Lines 2021).
Note che si trasformano in un inno per la Kunsthaus di Bregenz che, non solo continua a sfornare mostre di altissimo livello, ma è in grado di diventare una potente fonte di ispirazione per gli artisti ospitati.
Ancora una volta, il direttore Thomas D. Trummer ha mostrato di essere un fuoriclasse.

Massimiliano Boschi

 

Nell’immagine di apertura:
Anri Sala, If and Only If, 2018
Installation view first floor, Kunsthaus Bregenz, 2021
Photo: Markus Tretter. Courtesy of the artist, Galerie Chantal Crousel, Paris, and Marian Goodman Gallery © Anri Sala, Bildrecht Wien, 2021, Kunsthaus Bregenz

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